Ancora una volta obiettivi non vincolanti. L’ennesima dichiarazione d’intenti delle potenze mondiali sul tema del global warming. Australia e Giappone rincarano la dose aggiungendo il requisito della compatibilità degli sforzi sul clima con la crescita economica
Con non poche difficoltà i leader dei Paesi riuniti al Forum di Cooperazione Asia-Pacifico hanno firmato un documento comune sui cambiamenti climatici; il comunicato menziona “obiettivi a cui si aspira” per ridurre le emissioni di gas serra. “Questo è il primo accordo che coinvolge i principali inquinatori: Stati Uniti, Cina e Federazione Russa”, ha detto il primo ministro australiano John Howard. I proponenti affermano che la “Dichiarazione di Sydney” crea consenso sulla spinosa questione del cambiamento climatico, e che essa si tradurrà in una serie di incontri a Washington, New York e Bali per sostituire il protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Profonda insoddisfazione delle associazioni ambientaliste che considerano l’accordo “ridicolo”. I 21 capi di Stato presenti al summit hanno fissato come traguardo non vincolante quello di ridurre del 25% l’intensità energetica (ricavata dal rapporto tra il consumo d’energia e la produzione) entro il 2030. Nel corso di un incontro bilaterale tenuto a margine del vertice dell’APEC, i primi ministri di Australia e Giappone, John Howard e Shinzo Abe, hanno rilasciato una nota congiunta per affermare che “gli sforzi per combattere il surriscaldamento globale devono essere compatibili con la crescita economica”. (fonte Reuters)