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Anno 2050, sotto il segno dell’eolico

Tra 40 anni il vento potrebbe fornire il 50% della domanda elettrica europea. Parola dell’European Wind Energy Association

(Rinnovabili.it) – Quale sarà l’aiuto ambientale che l’Europa otterrà dal vento entro il 2050? A rispondere alla domanda è “l’Ewea”:https://www.ewea.org che a breve pubblicherà un nuovo rapporto sul tema per fornire ai responsabili politici europei, una visione chiara su quale possa essere il contributo dell’eolico in termini di sicurezza energetica, riduzione delle emissioni di CO2 e occupazione. Le previsioni della lobby europea del vento affiancano idealmente la roadmap energetica della Commissione europea, mostrando come le wind farm possano contribuire in maniera sostanziale al raggiungimento impegno UE di ridurre le emissioni di gas serra dell’80-95% al 2050.

Il rapporto evidenzia innanzitutto che entro il 2020 gran parte dei paesi membri dovrebbe aver almeno triplicato la propria capacità eolica raggiungendo *una capacità totale installata di 230 GW*; in altre parole il vento tra meno di dieci anni potrebbe fornire il 15,7% dell’elettricità comunitaria a seconda della domanda. La parte da leone sarebbe affidata ai progetti in mare aperto (190 GW) lasciando all’on shore un pur sempre positivo 40 GW, generando un investimento 194 miliardi di euro.
Entro il 2030 EWEA prevede 400 GW eolici – 250 GW on shore e 150 GW off shore – attivi in Europa, una potenza che coprirà il 28,5% dei fabbisogni elettrici, per passare addirittura al *50% per il 2050*. “Il quadro d’investimenti annuali nell’Unione europea – ha affermato Christian Kjaer, ceo di EWEA – raddoppierà da 13 miliardi di euro del 2010 a 27 miliardi nel 2020. Questo fornirà un contributo davvero sostanziale al conseguimento della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra entro il breve lasso di tempo fornito dalla comunità scientifica. Tuttavia, l’incertezza politica dell’UE per il periodo successivo al 2020 è consistente. Un impegno per obiettivi vincolanti nell’energia rinnovabile al 2030 garantirebbe all’industria la necessaria stabilità e la certezza per gli investimenti”.