L’associazione ritiene opportuno adeguare gli obiettivi 2020 ai dati aggiornati, portando la produzione da fonti rinnovabili almeno a 108 TWh e garantendo nel contempo i diritti acquisiti da parte degli operatori del settore eolico
(Rinnovabili.it) – Le rinnovabili non sono tutte uguali. Così interviene oggi l’Anev in merito alla discussione in atti sugli incentivi alle eco-energie italiane. Per l’associazione è arrivato il momento di fare qualche “piccolo” chiarimento sul tema e sulle mosse che il Governo sta attuando in considerazione dell’obiettivo comunitario al 2020. Un obiettivo che secondo l’Anev dovrebbe oggi portare l’Italia a rimetter mano al proprio Piano d’azione nazionale (PAN) sulle fonti rinnovabili, rimodulando i target con dati più aggiornati. L’obiettivo complessivo di 99 TWh non sarebbe dunque più sufficiente, ma dovrebbe essere portato, fin d’ora, ad *almeno 108 TWh* per renderlo coerente con i dati del 2010. “In questo delicato momento di transizione […] si sta verificando un arrembaggio finalizzato a tirare incentivi verso le fonti più costose a scapito di quelle più mature, contando sull’effetto mediatico e su numeri spesso fantasiosi, senza fornire i veri costi di ogni opzione”.
L’attenzione è riportata ancora una volta al paragone tra sole e vento; raffrontando i valori di incentivazione, scrive l’Anev, “si evince che normalizzando i valori ai 15 anni, l’eolico necessita di 90,00 €/MWh e il fotovoltaico di 480,00 €/MWh”. “In termini poi di occupazione territoriale sottratta ad altri usi (agricoli), prosegue l’associazione – il fotovoltaico impiega 160 volte più terra a parità di potenza. Se poi si valuta la produzione elettrica, sempre a parità di potenza, l’eolico produce mediamente il 50% in più del fotovoltaico”. Contestualmente l’organizzazione raccomanda che si proceda a garantire:
• L’adeguamento mensile nei pagamenti da parte del GSE per il ritiro dei CV fino all’anno 2015;
• L’immediata definizione della tariffa post 2015 per gli impianti già in esercizio (Art. 24, comma 3) senza tagli e senza legarne la quantificazione a valori futuri dei CV per evitare ulteriori incertezze;
• Definizione tempestiva del valore dell’incentivo per gli impianti eolici che non vanno ad asta;
• Potenza della soglia sopra la quale debbano essere fatte le aste (per l’eolico 55 MW nei primi anni);
• Meccanismi di asta efficaci, da testare nei primi anni su impianti di grande taglia per poi ridurla;
• Stabilità dell’incentivo ottenuto, per tutta la durata dell’investimento, irretroattività degli interventi;
• Uniformità dei meccanismi di incentivazione per tutte le FR, al fine della corretta comparazione.