Rinnovabili

Ancora paura nucleare

Proprio nel momento in cui l’accanimento mediatico sui drammatici eventi di Fukushima si stava affievolendo, ecco che viene diffusa da tutte le agenzie di stampa internazionali un’altra notizia che alza nuovamente il livello di allarme e paura, questa volta proveniente dall’Europa e precisamente dalla Francia. Un nuovo incidente nucleare, a nemmeno sei mesi di distanza da quello giapponese, che si porta dietro un morto, quattro feriti e ancora non confermati rischi di fuga radioattiva.
Succede a Marcoule, in Francia, ma a pochissimi chilometri di distanza dall’Italia, dove in uno dei forni dell’impianto Centraco di Codolet si è verificata un’esplosione che, secondo quanto dichiarato dall’autorità francese per la sicurezza, non avrebbe provocato fughe radioattive. Il governo parigino si è subito attivato per tranquillizzare la popolazione dichiarando che nell’area interessata dall’incidente non sono state rilevate variazioni di radioattività e che pertanto non è stato necessario adottare alcuna misura di sicurezza particolare.

Anche per i nostri esperti e ricercatori (ENEA e Associazione Italiana Nucleare) non ci sarebbe da preoccuparsi, in primo luogo perché il sito nucleare di Marcoule sarebbe stato dismesso da tempo, in secondo luogo perché l’esplosione sarebbe avvenuta in un forno, impianto che generalmente si trova in una struttura diversa da quella della centrale vera e propria. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare fa sapere attraverso una nota stampa che, nonostante la situazione venga tenuta costantemente monitorata, grazie anche all’ISPRA, alle Agenzie Regionali all’Ambiente e alla Protezione Civile, le notizie pervenute sono confortanti. Per il Ministro Prestigiacomo è fondamentale che il nostro Paese renda operativa e autorevole l’agenzia per la sicurezza nucleare. “Il nucleare è una realtà in tutto il mondo occidentale – ha dichiarato la Prestigiacomo – e l’Italia deve essere in grado, pur non avendo centrali sul proprio territorio, di sedere ai tavoli internazionali in cui si prendono le decisioni su questo delicato settore”.
Insomma, un incidente “non convenzionale”, una fatalità, che però non giustifica la morte di un uomo e i rischi che, anche se tuttora sembrano limitati, potrebbero esserci.
Nell’era che passerà alla storia come “il Post Fukushima”, se da una parte i governi hanno voluto ripensare i loro piani energetici aprendosi maggiormente alle rinnovabili, dall’altra la massa, quella che da sempre sceglie con la pancia, si è schierata contro un’opzione energetica che, oltre a essere economicamente sconveniente, fa paura.
Oggi, ironia della sorte, l’Iran è diventata la prima nazione del Medio Oriente a collegare alla rete un impianto nucleare, il cui nome è Bushehr (un nome che ai maliziosi può ricordare qualcosa…).

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