(Rinnovabili.it) – Dal prossimo anno, in India, i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche saranno responsabili per la raccolta di rifiuti generati durante la fabbricazione e sempre a loro spetterà anche l’onere di indirizzare l’e-waste al riciclaggio o allo smaltimento. La nuova normativa sulla gestione dei RAEE, notificata dal Ministero dell’Ambiente e delle Foreste, recupera il gap che Nuova Dehli aveva accumulato sul fronte dei rifiuti elettronici assegnando formalmente *agli industriali la responsabilità per l’intero ciclo di vita del prodotto*, dalla progettazione allo smaltimento. Un passo quanto mai necessario per il paese, oggi in piena crescita economica – l_’Onu stima che a breve la sola India registrerà un aumento dell’e-waste del 500%_ rispetto ai livelli registrati nel 2007 – e purtroppo ancora bersaglio del fenomeno del dumping ambientale. Maharashtra, Pune e Mumbai, sono tra le prime 10 città del Paese per produzione di Raee, rispettivamente con un quantitativo di oltre 20mila tonnellate, circa 11.600 ton e più di 2.500 ton.
La norma, che entrerà *in vigore dal 1° maggio 2012*, è stata accolta favorevolmente da organizzazioni come Greenpeace India, da sempre in prima linea su questo tema. “Questa non è solo una vittoria per l’ambiente, ma anche per il business, in quanto crea una parità di condizioni – ha commentato la notizia Abhishek Pratap, Senior Campaigner dell’organizzazione ambientalista – La norma assicura una transizione dall’attuale approccio “lontano dagli occhi, lontano dalla mente” al corretto riciclaggio accelerando l’introduzione commerciale dei prodotti elettronici _green_ sul mercato”. Oltre al principio di responsabilità estesa del produttore, la regola costituisce un significativo passo avanti verso gli standard internazionali di restrizione delle sostanze pericolose nel settore. Neo del provvedimento la mancanza di garanzie nei confronti che assicurino il divieto di importazione ed esportazione di rifiuti elettronici.