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Americani sleali sul biodiesel

Con la maturazione del mercato del biodiesel si sono sviluppati anche problemi commerciali e di concorrenza sleale, a danno della competitività della produzione europea. Primi fra tutti gli Usa

Gli Usa stanno generando una distorsione del mercato internazionale del biodiesel: la Commissione europea deve intervenire per correggerla. A dichiararlo è stato Raffaello Garofalo, Segretario Generale dell’EBB (European Biodiesel Board), nel corso della conferenza World Biofuels Markets. La causa è da ricercarsi nella legge americana a sostegno della produzione di tale biocarburante, che prevede un sussidio di 260 dollari per ogni metro cubo di miscela diesel/biodiesel. L’aiuto economico scatta indipendentemente dalla quantità di diesel utilizzato nella miscela, che verrà poi venduta sul mercato europeo, anziché su quello americano. Solo a gennaio 2007 sono state esportate in Ue 25.000-30.000 tonnellate di biodiesel. In questo modo però i venditori statunitensi possono non solo competere maggiormente perché in grado di vendere a prezzi bassi, ma anche riscuotere gli aiuti europei, influenzando notevolmente i prezzi nell’Ue. A complicare la situazione anche le diverse imposte sull’export: infatti, in Argentina si paga il 27% di tassa per l’esportazione di semi oleosi, il 23% sugli oli e appena il 5% sul biodiesel, con un sussidio indiretto del 18% ai produttori del biocombustibile. (fonte Ansa)