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Ambiente. Scilipoti(Idv): rischio inquinamento elettromagnetico in Provincia di Messina

“Secondo una sentenza del TAR di Catania, risalente al marzo 2007, la Vodafone, tramite i propri legali, annuncia che il Comune di Capo d’Orlando deve pagare la somma di 1.375.000 euro a titolo di risarcimento danni per la mancata utilizzazione dell’antenna per telecomunicazioni, installata e poi successivamente demolita, in località Catutè”. Così, l’On. Domenico Scilipoti sull’annosa vicenda che vede coinvolta l’Amministrazione Comunale di Capo d’Orlando e la società di telefonia mobile Omnitel. “Questa vicenda ha inizio circa dieci anni fa, nel settembre del 1999, periodo in cui la società Omnitel ottiene l’autorizzazione edilizia per l’installazione di due antenne di telefonia mobile, una in località Scafa e l’altra a Catutè. Il 19 novembre dello stesso anno- prosegue il deputato IDV- il Sindaco del Comune di Capo d’Orlando (la stessa Amministrazione che aveva in precedenza rilasciato le autorizzazioni edilizie) emana due ordinanze, le prime di una lunga serie, per la sospensione dei lavori. Le motivazioni riguardano l’inquinamento elettromagnetico; da una serie di accertamenti tecnici, risulterebbero superati, nel territorio di Capo d’Orlando, gli indici di radiofrequenza compatibili con la salute umana. E’ singolare il fatto che invece di avviare un immediato piano di risanamento dell’area interessata all’inquinamento, il Sindaco abbia preferito ingaggiare una vera e propria lotta con la società Omnitel sull’installazione della sola antenna di Catutè. Perché ignorare tutte le altre che sorgono nella zona dove era stato accertato il superamento dei limiti? Che in questa vicenda ci sia odore di strumentalizzazione è cosa ben chiara. A questo punto- conclude Scilipoti – è legittimo chiedersi se sia giusto che la collettività debba accollarsi un danno economico (attraverso la cessione di aree comunali ed ambientali con la triplicazione dell’antenna) prodotto da una gestione arbitraria e temeraria del potere di ordinanaza, o se non sia più giusto che a pagare debba essere chi ha procurato il danno con comportamenti irresponsabili”.

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