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Ambientalisti: il nucleare non è adatto all’Italia

Legambiente e Greenpeace si ribellanno all'approvazione del pacchetto sul nucleare: "L’Italia non può permettersi di tornare indietro"

(Rinnovabili.it) – A seguito dell’approvazione ieri in “Senato”:https://www.rinnovabili.it/il-senato-approva-il-decreto-sullenergia-nucleare-800015 del pacchetto sul nucleare, Legambiente e Greenpeace hanno rilasciato una dichiarazione: “Ci vorrebbero almeno 7 reattori nucleari da 1600 megawatt, poi servirebbero i depositi per le scorie e gli impianti per la fabbricazione del combustibile. In sintesi, l’Italia diverrebbe un unico grande cantiere per almeno 20 anni e si ritroverebbe diffuse sul territorio strutture imponenti e insicure, per realizzare le quali bisognerebbe affossare ogni altra forma di produzione energetica, come le rinnovabili, condannando il paese all’arretratezza e rinunciando a tutte le opportunità occupazionali (250mila posti di lavoro solo in Germania), tecnologiche e di sostenibilità che le rinnovabili invece garantiscono”.
“L’Italia non può permettersi di tornare indietro – proseguono Greenpeace e Legambiente -, deve guardare al futuro del sistema energetico distribuito, fondato sull’efficienza nella produzione e negli usi finali e sullo sviluppo delle rinnovabili. Questo voto sul nucleare è totalmente privo di lungimiranza, anche perché non risolleverà le sorti dell’economia nazionale in uno scenario di crisi dalle dimensioni mondiali”.
Si è discusso infine dei problemi della sicurezza e della salute: “non vedo questa disponibilità della popolazione italiana ad avere una bolletta elettrica gratuita per 20-30 anni e correre il rischio di vivere vicino ad una centrale”. “Credo che questo comprarsi l’acquiescenza – ha spiegato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, in un’intervista all’Agenzia Radiofonica Econews – non sia una carta vincente proprio perché i problemi di sicurezza e nucleare non sono stati risolti e se vogliamo, il fatto che si sia disposti a pagare le popolazioni locali per ospitare una centrale e’ proprio una ammissione di colpa”. Ha poi continuato: “Francamente mi fa ridere il fatto che saranno a carico delle imprese perché è evidente che, se rientrano nei costi di produzione, le imprese le scaricano sulla bolletta e se la scaricano sulla bolletta non saranno i cittadini di quel territorio, ma saranno tutti gli altri cittadini d’Italia a pagarli, non capisco dov’è lo scarico sull’impresa”. Le due associazioni hanno aggiunto: “La scelta del governo sul nucleare è autoritaria e centralista: le Regioni si ribellino e non rinuncino all’esercizio del potere”.