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Amati: sottoscritto protocollo intesa acqua

“Con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa le regioni meridionali, tranne la Basilicata che non ha firmato, si impegnano a sottoscrivere un unico accordo di programma per l’acquisizione e il trasferimento della risorsa idrica, così attribuendosi reciprocamente le risorse idriche e la sete che attualmente sono caratteristiche individuali per morfologia naturale”. Lo ha detto l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati dopo l’avvenuta sottoscrizione a Roma del Protocollo d’Intesa per l’approvazione dell’Accordo unico di programma per il trasferimento, l’acquisizione e il governo della risorsa idrica.

L’accordo è stato firmato poco fa presso la sede della regione Molise a Roma da tutte le regioni del Bacino idrografico meridionale (Puglia, Abruzzo, Lazio, Molise,
Calabria, Campania), ad eccezione della Regione Basilicata.

“Sarebbe anacronistico – ha detto Amati – non considerare che per meglio governare le esigenze dei moderni non ci si può più fermare all’uscio di casa, commercializzando anche tra soggetti pubblici i doni e le disgrazie naturali. L’Accordo di programma, a differenza, sancirà la consapevolezza che tutti abbiamo bisogno dell’acqua ma a tutti compete di contribuire per preservare i luoghi ove quest’acqua sorge, mettendo a disposizione risorse economiche di tutela ambientale”.

“Non riesco a capire – ha concluso – perché la Regione Basilicata non abbia sottoscritto il Protocollo d’intesa. Faccio appello al Presidente De Filippo affinchè sottoscrivano un Protocollo che per le nostre regioni rappresenta un grande passo in avanti”.

La sottoscrizione di un unico Accordo di programma per il trasferimento, l’acquisizione e il governo della risorsa idrica è previsto dalla delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino Liri, Garigliano e Volturno, integrato dai rappresentanti delle regioni appartenenti al Distretto idrografico, che ha adottato il Piano di Gestione delle Acque del Distretto idrografico dell’Appennino meridionale.

L’Accordo è stato ufficialmente siglato anche a seguito delle sollecitazioni giunte da Amati, che aveva inviato lettere il 15 novembre ed il 21 marzo scorsi, allo scopo di condividere formalmente la bozza d’intenti già sottoscritta a Roma nel settembre scorso, con l’accordo tra le regioni di pervenire, in tempi rapidi, alla stipula di un unico Accordo di Programma, teso proprio a regolamentare i trasferimenti anche alla luce di una valutazione più aggiornata e precisa dei fabbisogni idrici e delle disponibilità attuali delle singole regioni.

La firma dell’accordo del settembre scorso era giunta dopo un incontro durante il quale le regioni convocate, tra cui la Puglia, avevano convenuto sulla opportunità di pianificare l’utilizzo della risorsa idrica esistente e dei trasferimenti al fine di assicurare il superamento del deficit di approvvigionamento e di garantire gli obiettivi stabiliti dalle norme ambientali, che prevedono, tra l’altro, che l’utilizzo delle acque superficiali e sotterranee avvenga in un’ottica di solidarietà, salvaguardando e tutelando le aspettative ed i diritti delle future generazioni, secondo criteri di razionalità degli utilizzi stessi ed equilibrio del bilancio idrico. Il documento sottoscritto rappresenta non solo una forma di federalismo solidale, ma un primo elemento significativo per l’attuazione di una strategia comune finalizzata alla razionalizzazione dell’uso di un bene tanto limitato e prezioso come l’acqua. L’Accordo di programma rappresenta un dispositivo istituzionale di grande innovazione in quanto pone alla base della politica idrica dell’Italia meridionale lo strumento della concertazione e dell’unitarietà tra le Regioni.

Attraverso la firma le regioni si sono impegnate a perseguire una strategia di governo della risorsa idrica basata su alcuni principi fondamentali di messa a disposizione della risorsa idrica di qualità e quantità idonea a garantire gli usi legittimi, con assoluta priorità di quello idropotabile, di tutela e buon funzionamento degli ecosistemi, di integrazione della politica sostenibile delle acque con le altre politiche territoriali e di attuazione di un sistema tecnico informatizzato comune sul patrimonio idrico, fondamentale per conoscere circolazione idrica sotterranea, funzioni degli invasi e portate superficiali disponibili, nonché i flussi finanziari dei servizi idrici.

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