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Allerta alle foci dei fiumi: sono sette i punti fortemente inquinati

I tecnici dell’imbarcazione ambientalista rilevano ben 7 punti critici: fortemente inquinate le foci del Tronto, Aso, Chienti, Musone, Esino, Metauro e Foglia. E’ questo l’allarme lanciato da Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente, in occasione della tappa anconetana. Ancora bandiera nera all’Api di Falconara, si tratta del sesto anno consecutivo. Le criticità del mare e delle coste delle Marche sono state presentate questa mattina in conferenza stampa a bordo della Goletta Verde, ormeggiata al molo Mandracchio, alla presenza di Giorgio Zampetti portavoce di Goletta Verde, Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche, Francesco Brega, responsabile campagne Legambiente Marche, Nino Lucantoni, responsabile mare Legambiente Mare e Fabio Barigelletti, presidente del circolo di Legambiente “il Pungitopo” Ancona.

Quest’anno le analisi di Goletta Verde, con campionamenti puntuali e in grado di fornire un’istantanea dello stato di salute del mare, hanno l’obiettivo di individuare le situazioni critiche che ancora persistono lungo la costa e su cui sono necessari maggiori controlli e soluzioni concrete.

Marche da bollino rosso alle foci dei fiumi. Secondo le analisi dei tecnici dell’imbarcazione ambientalista sono sette i punti critici del mare marchigiano, nello specifico si tratta di sette foci dei fiumi, tutte fortemente inquinate: la foce del Tronto, dell’Aso, del Chienti, del Musone, dell’Esino, del Metauro e del Foglia.
“I dati emersi dalle analisi dei biologi di Goletta Verde fanno registrare per le Marche un intenso inquinamento batteriologico – commenta Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde. Dati che purtroppo vanno a confermare la tendenza assolutamente negativa che quest’anno Goletta Verde sta registrando alle foci dei fiumi. Sicuramente le forti piogge degli ultimi giorni e la conseguente apertura dei depuratori, hanno inciso negativamente sui risultati delle analisi, ma questo non può essere un alibi per le amministrazioni locali. E’ chiaro che aprire le valvole dei depuratori, in caso di fenomeni naturali come le piogge, non è una soluzione. Bisognerebbe invece fare interventi strutturali, oltre che sulla depurazione, anche sulla rete di fognatura per separare le acque piovane dagli scarichi. Per questo come Legambiente, in occasione del passaggio di Goletta Verde, vogliamo sollecitare i comuni dell’entroterra affinché si prendano le proprie responsabilità e attivino al più presto politiche che siano in grado di risollevare la situazione lungo il corso dei fiumi.”

Goletta Verde, non solo campagna di monitoraggio delle acque, come ogni anno continua la sua denuncia di tutte quelle attività insostenibili da un punto di vista ambientale. E proprio per questo, per il sesto anno consecutivo Goletta Verde assegna la bandiera nera, honoris causa, all’API di Falconara, per la reiterata proposta di realizzazione di altri due impianti di generazione di energia elettrica (di 530 e di 70 megawatt), accanto a quello già esistente di 290 megawatt di potenza. Aggravata negli ultimi giorni da posizioni che vanno oltre l’insostenibile scelta in termini ambientali: nonostante il parere contrario espressamente manifestato dalla maggior parte dei cittadini e l’impossibilità della realizzazione secondo i parametri previsti dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale), l’Api continua a spingere per l’apertura delle nuove centrali, chiedendo un superamento dei limiti regionali e, fatto gravissimo, paventando un forte contraccolpo occupazionale nel comparto aziendale. “Abbiamo abbondantemente superato i limiti – commenta Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche – Le ultime dichiarazioni dell’Api rispetto all’apertura della nuova centrale sono inammissibili. Stiamo assistendo ad un gravissimo tentativo di scavalcare la volontà dei cittadini e soprattutto le indicazioni del Piano energetico ambientale regionale. Il tentativo di giustificare una scelta che da sempre consideriamo assurda con gli eventuali riflessi negativi sul piano occupazionale è vergognoso. Invece di guardare al futuro staccandosi da fonti energetiche di sempre più difficile approvvigionamento e con prezzi in costante e rilevante aumento, come stanno facendo i Paesi più avanzati nel mondo, l’Api continua con una proposta che andrebbe ad aumentare la pressione ambientale sul territorio di Falconara, già provato dalla presenza della raffineria e della centrale esistente. Per questo, come Legambiente non possiamo che ribadire per il sesto anno consecutivo la bandiera nera all’Api di Falconara, per ribadire ancora una volta il nostro no incondizionato per quello che rischia di essere un clamoroso autogol per la nostra regione. L’apertura della nuova centrale andrebbe inoltre ad indebolire il processo già in atto di investimenti sulle fonti rinnovabili e risparmio energetico, settori su cui stanno nascendo buone economie”
I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e le analisi sono fatte nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri microbiologici indagati sono i coliformi fecali, streptococchi fecali, escherichia coli.

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