In molte regioni del subcontinente sahariano le case trogloditiche sono esempi perfetti di quello che, per millenni, gli umani che si trovano in condizioni limite hanno ideato e fatto per sopravvivere. A Matmata (in Tunisia) come a Gharyan (in Libia), in Marocco come in Egitto, prima di tutto ci si nasconde sotto terra, dove non arrivano gli effetti torridi del ghibli – che può far salire le temperature fino a 50°C – e si rimane al fresco. Le case sono scavate nella sabbia e proteggono anche dal freddo vento invernale e dalle micidiali escursioni termiche (la temperatura di notte scende spesso sotto lo zero), in tutti i casi senza sfruttare alcuna forma di riscaldamento oltre al calore dei corpi. E delle cucine: a Ghadames – in una delle ultime oasi prima dell’immensità del deserto libico – le abitazioni di tipo berbero hanno le cucine disposte al piano superiore, collegate attraverso alcuni fori direttamente con l’esterno. In questo modo i vapori caldi uscivano con facilità (l’aria calda è meno densa e sfugge verso l’esterno) e il piano abitato sottostante restava più fresco, mentre d’inverno basta tappare parzialmente i fori per non disperdere il calore della cottura dei cibi. Attorno al soggiorno centrale si aprono gli altri ambienti, comprese le camere da letto, ma nessuno ha finestre: la luce penetra solo dai fori del piano delle cucine. Un sistema di specchi opportunamente disposti permette alla luce del Sole di illuminare soddisfacentemente l’interno; lo stesso accade la notte ponendo poche candele in punti strategici e godendo della loro suggestiva luce riflessa. I bagni sono al piano più basso, visto che nelle case di terra non sono consentite tubature (che scioglierebbero la sabbia), e gli scarichi restano sotto la casa, dove – mescolati con la cenere delle palme bruciate, quando c’è bisogno, nei camini o per cucinare – non puzzano e possono essere riutilizzati per fertilizzare l’oasi. Una comunità intera di migliaia di abitanti ha resistito per generazioni al caldo micidiale del deserto libico e alle clamorose escursioni termiche senza elettricità e usando razionalmente le risorse naturali. I Berberi sono figli di quelle società e istintivamente si muovono in modo da conservare energia e da usare intelligentemente le poche risorse a disposizione, mescolando l’antica sapienza delle sue genti con gli scarti del progresso del mondo occidentale ricco.