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Allarme Wwf: UE, a paesi emergenti più riduzioni di quelle messe in atto

Un “j’accuse” piuttosto duro dell’associazione per il comportamento che la Ue tiene nei confronti di paesi in via di sviluppo o più poveri, dai quali pretenderebbe una disciplina sulle emissioni più rigorosa e rigida di quella che l’Europa ha definito per se stessa

Il dito è puntato dritto verso l’Europa. L’accusa è quella di chiedere ai paesi emergenti e più poveri un rigore e dei livelli di emissioni più rigorosi di quelli che l’Ue stessa ha deciso per se stessa.
E quindi il Wwf sottolinea come: ”Proprio oggi che non è più sola, l’Europa rischia paradossalmente di fare passi indietro sulla leadership per la lotta al cambiamento climatico. I ministri dell’Ambiente che ieri sera hanno discusso le proposte dell’Europa in vista del summit sul Clima di Copenaghen – denuncia il Wwf – hanno dato segnali non incoraggianti rispetto al dovere dei Paesi industrializzati di guidare l’azione per il clima nel quadro di un accordo globale. Il brutto è che tale atteggiamento è il modo migliore per non coinvolgere le economie emergenti, facendo bloccare tutto da veti incrociati: non a caso è la tattica usata sino al gennaio scorso dall’Amministrazione Bush”.
E di conseguenza non mancano stoccate e accuse circostanziate ai ministri riuniti al Consiglio europeo dell’Ambiente, i quali sono colpevoli, secondo il Wwf, di aver “chiesto ai Paesi in via di sviluppo di ridurre le proprie emissioni di gas serra del 15-30 % rispetto ai livelli previsti al 2020, mentre per se stessa l’Europa ha stabilito un obiettivo di riduzione del 20% rispetto ai livelli del 1990, obiettivo che dovrebbe salire al 30% quando l’accordo globale per il clima sarà raggiunto”.
“Dunque – continua duramente l’associazione – invece di rafforzare i propri obiettivi, i ministri europei hanno chiesto ai Paesi in via di sviluppo di impegnarsi in limiti vincolanti di emissioni. Ai Paesi in via di sviluppo è stato anche chiesto di elaborare piani per uno sviluppo a basso tasso di carbonio entro il 2012, ma i ministri europei si sono impegnati a fornire un supporto solo ai ‘Least Developed Countries’ (i Paesi con il più basso reddito a livello mondiale) e non a tutti i Paesi in via di sviluppo”.
“Sembra che i ministri europei stiano cercando di esorcizzare lo spirito della Conferenza di Bali (dicembre 2007) – è l’amara conclusione di Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – conferenza in cui i Paesi industrializzati decisero di assumere la leadership di un accordo globale per mantenere il cambiamento climatico sotto controllo Eppure l’Europa per molto tempo ha accettato di aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni, ma la proposta di ieri chiede molto, promettendo molto poco”.