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Alla Purdue University i gas di scarico divengo elettricità

Ricercatori statunitensi, in collaborazione con gli ingegneri della GM, stanno creando dispositivi in grado di convertire il calore residuo delle vetture in elettricità. E un domani potrebbero essere impiegate anche nelle case e nelle centrali elettriche

(Rinnovabili.it) – Raccogliere il calore dei gas di scarico di un motore a combustione per produrre energia elettrica è un’idea che in questi anni ha trovato più di un sostenitore. Alle “ricerche avviate nel 2008 dall’Istituto di Fraunhofer”:https://www.rinnovabili.it/energia-elettrica-dai-tubi-di-scappamento-701330 per Physical Measurement Techniques IPM farà da oggi concorrenza un altro grande progetto dedicato allo sfruttamento del calore residuo delle automobili. Un team della Purdue University, in collaborazione con la General Motors, sta mettendo a punto un sistema prototipale integrante un generatore termoelettrico, o TEGs, ossia un dispositivo capace di convertire il calore di scarto in elettricità attraverso lo sfruttamento di un gradiente di temperatura. Lo scopo dell’utilizzo di un TEG è essenzialmente quello di ridurre il carico di lavoro del motore e migliorare quindi il risparmio di carburante. Il materiale termoelettrico, contenuto in un chips quadrato di pochi centimetri, “è stato ottimizzato per funzionare al meglio a temperature diverse, in maniera tale da diminuire i flussi di gas lungo il sistema”, ha spiegato Xianfan Xu, professore di ingegneria meccanica ed elettrica alla Purdue.

Attualmente i ricercatori stanno cercando di risolvere alcuni problemi connessi con la necessità di migliorare efficienza e affidabilità, per integrare una complessa miscela di materiali che potrebbero espandersi in modo diverso quando vengono riscaldati, e per estrarre più calore possibile dal gas di scarico.
Si sta cercando inoltre di migliorare l’attuale tecnologia termoelettrica affinchè riesca a sopportare le temperature all’interno di convertitori catalitici, dove i gas raggiungono circa 1.000 gradi Celsius, rendendo così possibile una riduzione del 10 per cento dei consumi di carburante.
Per vincere la sfida la ricerca dovrà portare a materiali che si comportino da cattivi conduttori del calore in modo tale da mantenere costante tra un lato e l’altro del chip questa differenza di temperatura che è alla base della generazione elettrica. L’impegno dimostrato è stato finora finanziato con 1,4 milioni di dollari dalla National Science Foundation e dal Department of Energy.