Rinnovabili

Alimentarsi a “Km zero”

All’estero, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, i “Farmers Market” sono diffusi già da molti anni. In Italia ci è voluto più tempo ma questa nuova forma di acquisto si sta diffondendo moltissimo, in particolare nell’ultimo anno che ha visto protagonista, nostro malgrado, la pesante crisi economica. È stata per molti una necessità quella di dover risparmiare a tutti i costi, e a farne le spese, con tagli consistenti, è stata proprio la spesa familiare per i generi alimentari. Una soluzione concreta a questo problema è rappresentata da questa nuova forma di acquisto. I Mercati del Contadino rendono possibile l’accorciamento della filiera produttore-consumatore, eliminando gli intermediari e consentendo, in questo modo, un risparmio economico pari al 30%. Ma il vantaggio non è solo questo. Comprare direttamente dal produttore consente di acquistare prodotti freschi, ma soprattutto nazionali se non addirittura regionali. Ed è questo l’aspetto più interessante. Prediligendo i prodotti nazionali di stagione la nostra spesa si trasforma immediatamente in una spesa a “Km zero”. I nostri acquisti divengono sostenibili dal punto di vista ambientale in quanto evitano il consumo di carburante necessario al trasporto della merce di importazione e di rimando contribuiscono a ridurre la produzione di CO2. Solo a titolo di esempio trasportare un chilo di ciliegie dall’Argentina in aereo per una distanza di circa 12 mila km significa consumare 5,4 kg di petrolio, con conseguente emissione di anidride carbonica pari a 16,2 kg. L’aspetto preoccupante è che l’Italia, Paese che ha da sempre basato buona parte della propria economia sull’agricoltura, è tra i Paesi che maggiormente importano frutta e verdura dall’estero. Da uno studio effettuato da Coldiretti è venuto fuori un dato scoraggiante: oltre la metà della frutta importata viene da Paesi del centro e Sud America come Ecuador, Colombia, Cile, Argentina e Brasile (55% del valore totale delle importazioni) con un aumento degli arrivi in valore pari al 35% dal 2000 al 2004. Rilevanti anche le importazioni dalla Spagna con il 20% del valore complessivo e dai Paesi africani con in testa il Sud Africa ma anche Tunisia, Marocco ed Egitto. In forte crescita le importazioni dalla Cina con un aumento del 290% dal 2000 al 2004, anche se restano ancora limitate a un valore di 4,3 milioni di euro. Per questo i Farmers Market costituiscono un’importante alternativa al nostro modo abituale di fare la spesa. Del resto esiste anche una normativa che regola l’istituzione di tale forma di distribuzione commerciale. L’art. 1, comma 1065, della Finanziaria 2007 a tal proposito afferma “al fine di promuovere lo sviluppo dei mercati degli imprenditori agricoli a vendita diretta, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di natura non regolamentare, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti requisiti e standard uniformi per la realizzazione di detti mercati, anche in riferimento alla partecipazione degli imprenditori agricoli, alle modalità di vendita e alla trasparenza dei prezzi, nonché le condizioni per poter beneficiare degli interventi previsti dalla legislazione in materia”. Sempre Coldiretti dichiara che in questo momento in Italia sono oltre 60.000 le aziende agricole dove è possibile acquistare direttamente, alle quali si aggiungono ormai centinaia di mercati degli agricoltori. La vendita diretta del produttore è la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2008 battendo nell’alimentare negozi, hard discount e ipermercati, grazie ad un incremento dell’8% del valore delle vendite per un totale stimato in 2,7 miliardi di Euro. E con i Farmers Market si stanno affermando anche i GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale, rappresentati da associazioni di consumatori che partono da un approccio critico al consumo e che vogliono applicare il principio di equità e solidarietà ai propri acquisti. Questi gruppi hanno come criteri guida nei loro acquisti la qualità del prodotto, e l’impatto ambientale totale (prodotti locali, alimenti da agricoltura biologica od equivalenti, imballaggi a rendere).

E per chi non avesse la possibilità di recarsi in una delle aziende agricole che effettuano la vendita diretta, esiste la possibilità di acquistare in città. Da una proposta di Coldiretti è nato il Farmer Market metropolitano di via Ripamonti a Milano. Una realtà che funziona benissimo, occasione di rilancio per il territorio, che vede un flusso di 2.500/3.000 persone a giornata. I consumatori, nel caso specifico, trovano solo prodotti che provengono dalle aziende agricole della Regione e della provincia di Milano. Per chi invece ama la natura, la spesa nelle aziende consente anche di ritrovare il contatto con la natura. Tra le tante aziende che effettuano la vendita diretta al consumatore, ce ne sono alcune che si sono attrezzate dando la possibilità ai clienti di mangiare all’interno dell’azienda, con una spesa contenuta, i prodotti coltivati in loco. Inoltre, per chi ha figli, in molte di queste aziende agricole si organizzano iniziative didattiche rivolte ai bambini. In particolare viene data la possibilità di vedere gli animali presenti all’interno della fattoria e imparare quali prodotti possono essere realizzati grazie al loro apporto. Un modo per apprendere divertendosi nel rispetto della natura e dell’ambiente.
Altra iniziativa di Coldiretti che sta prendendo piede, quella dei ristoranti che offrono “Menù a Km zero”. Gli esercenti che aderiscono al marchio propongono piatti composti da alimenti provenienti da territorio provinciale o regionale, certificati e rintracciabili. In questo modo è garantita la provenienza e la genuinità di cibi in vendita, grazie ad una speciale etichetta che obbligatoriamente accompagna i vari prodotti.

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