Rinnovabili

Al bando le stufe da esterno: sono troppo inquinanti

Energivore ed inquinanti come un’auto che percorre 25 chilometri: questa è l’accusa che pende sulla testa delle stufe da esterno, ovvero quei caloriferi a fungo che oramai si vedono abitualmente fuori da bar e ristoranti. A firmarne l’esecuzione è il Parlamento europeo, approvando a larga maggioranza (592 si, 26 no e 30 astenuti) una relazione che chiede alla Commissione europea di fissare una data per il loro ritiro dal commercio. Il documento, di iniziativa della deputata liberaldemocratica britannica Fiona Hall e quindi non vincolante, punta anche sul lancio delle “ecoetichette”, da apporre sui prodotti per certificarne il grado di efficienza, e su standard per il consumo energetico di elettrodomestici come condizionatori d’aria, boiler e apparecchi tv. Le prime obiezioni non sono tardate ad arrivare. Tra i contrari all’iniziativa il britannico Eric Johnson, componente della Convenzione dell’Onu per i cambiamenti climatici, che ha addirittura calcolato la produzione di anidride carbonica di questi caloriferi (0,002 per cento del totale delle emissioni), sottolineando come in un anno un solo televisore, lasciato in stand by, produrrebbe più CO2 di quattro stufe accese, sempre, per un anno intero.

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