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Agenda 21 per un turismo davvero sostenibile

L’ Agenda 21 è un programma delle Nazioni Unite, composto da 40 capitoli divisi in 4 Sezioni principali e dedicato allo sviluppo sostenibile: consiste cioè in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dall’Onu, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull’ambiente. Il significato del numero 21 è quello di far riferimento al secolo in cui viviamo, appunto il ventunesimo.
Nel capitolo dedicato alla salvaguardia del pianeta L’Agenda 21 è quindi un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile dei portatori di interesse (stakeholder) che operano su un determinato territorio. La Sezione II comprende la protezione dell’atmosfera, la lotta alla deforestazione, la protezione degli ambienti deboli, la conservazione della diversità biologica (biodiversità), il controllo dell’inquinamento.
Negli ultimi anni, a seguito delle normative emanate dall’Unione Europea, ogni Stato membro recepisce regolamenti e direttive per l’applicazione di leggi e norme. L’Agenda 21 è proprio una di queste.
Ecco perché, anche in Italia, sono state emanate normative da attuare nell’immediato per ridurre inquinamenti di ogni tipo, incentivando la produzione e la messa in opera di fonti di energia pulite. Ed ecco perché gli organi di governo locali come le Regioni, le Provincie, i Comuni e nel settore turistico gli STL (Sistemi Turistici Locali), hanno ricevuto una notevole responsabilità di pari passo con un potenziale economico enorme da cui ricavare profitti derivanti direttamente dallo sviluppo sostenibile del proprio territorio. Questo vuol dire che le azioni da intraprendere per risanare l’ambiente, fino a qualche tempo fa sentite come obblighi gravosi a cui dover in qualche modo sottostare per legge, si sono trasformate in vere e proprie opportunità di guadagno per intere aree. Stiamo assistendo di fatto all’inizio di un’epoca di trasformazione nei modi di interpretare il territorio che porterà allo sviluppo di nuovi mercati ovvero alla società dei servizi. Processo che muoverà obbligatoriamente attraverso un risanamento delle aree maggiormente inquinate. D’altro canto, con lo spostamento della produzione di beni nei paesi in via di sviluppo, per effetto dei minor costi di produzione e di leggi più permissive, ai paesi come l’Italia restano due strade principali per la competitività globale: la differenzazione dei prodotti innalzando il livello qualitativo; la realizzazione di servizi, come il turismo, spendendo le molteplici diversità del territorio con un’attenta capacità gestionale.Dato che la prima strada può essere intrapresa solamente da aziende di grandi dimensione con un brand già consolidato nel mondo (si pensi ad esempio ai marchi di moda) e dato che la maggior parte della produzione avviene per mezzo di aziende di piccole-medie dimensioni, si intuisce come la strada principale per il rilancio di un’economia stagnante risieda proprio nella produzione di servizi. Il Turismo, ovviamente inteso come sostenibile, ha i “numeri” adatti per essere uno dei principali motori della ripresa economica del nostro paese e dell’intera Europa.

*Turismo Sostenibile per il rilancio economico di un’area*

I metodi per usufruire di un territorio in maniera profittevole e allo stesso tempo durevole sono tanti e teoricamente differenti a seconda delle risorse a disposizione. Tuttavia ci sono alcuni punti di applicazione alla base di una valida strategia territoriale.
Esaltare l’identità di un territorio: puntare su fattori tipici quali le radici della comunità locale, le risorse storiche e culturali, le particolarità che lo differenziano dagli altri, la gastronomia. Attraverso la creazione di uno o più eventi da proporre ciclicamente che possono diventare il marchio distintivo del territorio. (Siena e il Palio; San Remo e il festival; Venezia e il carnevale).
Destagionalizzare l’offerta: far in modo che le presenze nelle strutture ricettive vengano spalmate durante tutto l’arco dell’anno, evitando l’alternanza tra momenti di affollamento e periodi di vuoto. La destagionalizzazione sarà resa possibile attuando la politica della differenziazione delle risorse a seconda del target che si vuole attirare in un determinato periodo: turismo naturalistico, gastronomico, sociale, sportivo, culturale, archeologico, religioso, della terza età; di mare, montano, termale etc. Ovviamente solo alcuni luoghi hanno la fortuna di avere più risorse disponibili per comporre un’offerta turistica nell’arco dell’intero l’anno. Sta ai manager, alla pubblica amministrazione e agli STL la bravura di riuscire ad attuare strategie di medio-lungo periodo con i mezzi disponibili, sopratutto attraverso la creazione di servizi complementari e integrati alla risorsa principale da promuovere.
Azioni locali di sostenibilità turistica: rendere compatibili i punti di cui sopra a piani per la sostenibilità che rientrano nella pianificazione per sviluppo del territorio seguendo le linee guida dell’Agenda 21. Sarà quindi necessario implementare ed incentivare tutti i più validi Sistemi di Gestione e Certificazione Ambientale (Ecolabel, ISO 14001), seguite dalle procedure di Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) e Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), sia per le strutture turistico-ricettive che per tutte le organizzazioni produttrici di beni e servizi.
Creare filiere riconosciute di prodotti locali: ovvero far riscoprire il prodotto tipico locale, sensibilizzando la popolazione sulla genuinità dello stesso, creando una filiera corta certificata e controllata che venga riconosciuta come di qualità. (ad esempio il marchio Qm-QualiMarche per i prodotti tutelati dalla regione Marche). Questa procedura, oltre che ridare slancio all’economia locale, ridurrebbe sensibilmente l’inquinamento dei mezzi adibiti al trasporto conseguente ai lunghi viaggi effettuati per movimentare le merci da un luogo all’altro, a vantaggio di spostamenti assai più ridotti.
Aspetto urbanistico: di fondamentale importanza per la riuscita del piano strategico locale, regionale, è la politica attuata dall’amministrazione pubblica. Ovvero la sinergia tra tutti gli attori preposti all’espansione edilizia, alla costruzione di strade, all’assetto urbanistico in generale, nell’ottica di lungo periodo e, in chiave sostenibile, per garantire la tutela dei patrimoni naturali che sono i maggior fattori di successo nelle strategie del marketing territoriale.

*Il Futuro*

Il Turismo Sostenibile, se sviluppato e applicato validamente, ha dunque una fortissima spinta socio-economica. In un momento dove si avverte la necessità di ritrovare quella qualità della vita che si è ormai persa, la “terra” è senz’altro la base da cui partire. Da troppi anni infatti, sotto la spinta della globalizzazione, si è giunti ad un appiattimento delle singolarità e delle differenze con conseguente standardizzazione della qualità della vita. Soprattutto nelle città. Uniformazione che ha comportato un assopimento delle sensazioni che un luogo può suscitare, con un’insensibilità diffusa nei confronti “del bello” causata dalla produzione di massa. Elementi che hanno portato ad un drastico peggioramento della qualità del cibo, dell’aria, dell’acqua, della natura in generale. Di conseguenza ci si è resi conto che il rispetto per la Terra, e per le risorse che ci offre, non è soltanto un mero romanticismo di pochi fanatici legati al passato, ma una vera e propria fonte di rilancio delle economie di vecchia data in declino e di un rinnovato modo di approcciare alle risorse per generare redditi.

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