L'Agenzia per l'ambiente e la gestione dell'energia transalpina ha pubblicato i risultati di uno studio sulle attività quotidiane dei francesi connesse alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione
(Rinnovabili.it) – Che anche il web giocasse una parte non trascurabile nel bilancio globale delle emissioni lo si sapeva già da un po’. Un rapporto di tre anni fa del BIOS mostrava come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono state responsabili nel 2005 del 2% delle emissioni di CO2 mondiali. Per indagare più a fondo sul peso della rete e degli internauti che la popolano, l’agenzia francese dell’energia e delle materie rinnovabili *_Ademe_* ha elaborato una ricerca sull’impronta ambientale dei tre tra le pratiche più comuni: *l’invio di e-mail, la ricerca online e l’impiego di chiavi USB*. Ademe ha analizzato l’intero ciclo di vita di queste attività utilizzando 18 indicatori ambientali.
Lo scenario di base scelto dall’Agenzia francese stima una media di un megabyte per ogni e-mail, pari a 19 g di CO2-eq emessi, tenendo conto del consumo energetico dei pc (a cui, in questo caso, spetterebbe la maggior impronta ambientale) e dei server coinvolti nel traffico; per un’azienda di 100 persone l’invio di una media di 33 messaggi di posta al giorno, 220 giorni l’anno, rappresenterebbe 13,6 tonnellate di CO2-eq, *pari a 13 viaggi andata e ritorno da Parigi a New York*. Ovviamente è difficile considerare realistico che qualcuno invii 33 e-mail al giorno da 1 MB.
La ricerca stima, inoltre, una media annuale di 949 ricerche telematiche per ogni utente della rete, attribuendo in questo caso il maggior inquinamento ai server dei motori di ricerca (9,9 kg di CO2-eq l’anno a persona), che consumano grandi quantità di energia, piuttosto che ai pc degli internauti. Le raccomandazioni dell’agenzia risultano essere ovvie sempre utili: limitare il numero di e-mail con allegati (che vanno sempre compressi), il numero di destinatari, e il tempo di conservazione dei messaggi; focalizzare la propria ricerca utilizzando parole chiave appropriate e salvare le pagine in cui si torna spesso nei preferiti.
Un buon uso del web, in questo senso, permetterebbe a ogni utente di risparmiare cinque chili di CO2 l’anno.