Il Green Public Procurement (GPP) è uno degli strumenti principali che le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile mirate a ridurre gli impatti ambientali dei processi di consumo e produzione attraverso una gestione più responsabile delle risorse. Tradotto significa risparmio energetico, servizi di trasporto a basse emissioni, recupero delle materie attraverso l’acquisto di prodotti riciclati e riduzione della produzione di rifiuti, ma anche introduzione di criteri ecologici nelle procedure di gara e cibi biologici nelle mense.
Di questo si è parlato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa in cui Legambiente ha presentato il dossier sugli acquisti verdi delle Pubbliche Amministrazioni. Dal documento emerge come solo il 2,2% dei Comuni italiani ha adottato un programma strutturato di GPP. “A oggi il vero problema è la mancanza di un serio monitoraggio per verificare l’attuazione delle normative già esistenti – sostiene Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente – che significa scarsa disponibilità di informazioni quantitative sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi di legge. Per dare maggiore impulso al settore occorre accelerare l’iter del decreto ministeriale sul Piano d’azione nazionale (…). Ma sarebbe anche utile cominciare a ragionare sull’estensione dell’obbligo del GPP alle aziende pubbliche, che da subito potrebbero aderire volontariamente”. (fonte Legambiente)