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Accordo “mitigato” del Consiglio Europeo sul pacchetto clima-energia

“Il Consiglio europeo conferma la sua determinazione a mantenere gli impegni ambiziosi in materia di clima ed energia che ha concordato nel marzo del 2007 e nel marzo del 2008. In questo contesto si chiede alla Presidenza e alla Commissione d’organizzare un lavoro intenso nelle prossime settimane per permettere al Consiglio europeo di decidere nel dicembre 2008 le soluzioni di attuazione appropriate per tutti i settori dell’economia europea, e per tutti gli Stati membri, con riguardo alla situazione specifica di ciascuno, e vegliando sul rapporto costi/benefici soddisfacenti rigorosamente stabiliti”.
Questa è la dichiarazione finale della discussione sul pacchetto energia-clima nella riunione dei capi di stato e di governo del Consiglio Europeo. Una soluzione compromesso tra le posizioni più rigorose del consiglio stesso e quelle più modeste propugnate dal premier Berlusconi e dal ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski, in nome della insostenibilità dei costi che le misure previste avrebbero richiesto all’Europa e in particolare, secondo il nostro premier, all’Italia.
Dal testo delle conclusioni è stata eliminata, nella versione ufficiale, anche la frase secondo cui “queste proposte formano un insieme coerente, il cui equilibrio e i cui parametri fondamentali devono essere preservati”.
Questo significa quindi la scomparsa dal testo di qualsivoglia riferimento al “pacchetto clima”. Certo rimane sempre un impegno, ma a questo punto più ambiguo e meno condizionante: i lavori andranno conclusi a dicembre.
Inoltre è stata cancellata anche la relazione all’allegato, dalla presidenza francese, contenuto nelle bozze precedenti. Lì si entrava nei dettagli delle proposte legislative del pacchetto, con specifici indirizzi per risolvere ognuno dei problemi ancora sul tappeto. Non è detto, però, che l’allegato non possa rimanere comunque il testo di riferimento per la prosecuzione dei negoziati sul “pacchetto” sia a livello ministeriale, sia nel Consiglio UE, che poi fra lo stesso Consiglio e il Parlamento europeo.

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