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Acciaio solare per un’edilizia ad alta energia

(Rinnovabili.it)- Basterà una bella giornata di sole per rendere la propria finestra o il proprio muro un impianto per la produzione di energia pulita. Quella che ha molti può sembrare una tecnologia ancora solo da film di fantascienza, si ricreda. Per la Swansea University e Tata Steel si tratta del fulcro di un nuovo progetto che ha preso il via da qualche giorno in Gran Bretagna e che mira a rivoluzionare il settore dei materiali edili. Il suo nome è *SPECIFIC,* acronimo complesso di _Product Engineering Centre for Innovative Functional Industrial Coatings_ e prevede la realizzazione di un centro di ricerca a Swansea dove una cinquantina di ricercatori, tecnici e ingegneri si riuniranno con l’obiettivo di sviluppare materiali di rivestimento funzionali con coloranti fotosensibili per metallo e vetro che possano essere prodotti industrialmente in grandi volumi e che si comportino come sistemi di produrzione e stoccaggio dell’energia solare.
Per ottenere i risultati sperati in SPECIFIC sono coinvolti oltre alla Swansea University e la Tata Steel tutta una serie di team provenienti dal mondo accademico (Università di ICL, Bath, Strathclyde, Glyndwr, e Bangor) e da quello industriale del Regno Unito attivo nei tre settori chiave della produzione di energia fotovoltaica e solare termica, dello stoccaggio e del rilascio controllato, a cui si chiederà di fondere e condividere conoscenze e competenze. La tecnologia presenterebbe importanti applicazioni in quanto è estremamente efficiente anche alla luce solare diffusa.
Spiega Kevin Bygate, direttore dello sviluppo business di Tata Steel: “I materiali ed i processi che stiamo usando sono disponibili e adatti per la produzione di massa. Ma a oggi realizzare questo tipo di tecnologia integrata è ancora troppo costoso. Il nostro compito è quello di renderla a basso costo ed economicamente efficace su larga scala”.
“Gli ingredienti usati per la fabbricazione di questi dispositivi solari – interviene il Professor Dave Worsley – sono molto simili a quelli utilizzati nei normali rivestimenti per qualsiasi tipo di edificio, la differenza è che vengono messi insieme in modo diverso. La tecnologia potrebbe non essere efficiente quanto quella del fotovoltaico al silicio, ma il trucco è quello di impiegarla in una zona abbastanza grande”. Il progetto – che coinvolge fra gli altri anche il governo dell’Assemblea gallese – si è assicurato 9.5 milioni di sterline in finanziamenti dall’Engineering and Physical Sciences Research Council e dal Technology Strategy Board.

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