(Rinnovabili.it) – Non sarà la pietra filosofare che si pensava potesse trasformare il piombo in oro, ma è certo che l’idea di produrre energia dalle bucce di banana o dai resti di un boccale di birra è allo stesso modo suggestiva. Non si tratta di alchimia ma delle nuove frontiere delle biomasse, e se ne parlerà diffusamente nel terzo “Simposio internazionale sull’Energia da Biomasse”:https://www.venicesymposium.it, dall’ 8-10 novembre, presso la Fondazione Cini a Venezia. Oltre 500 scienziati da tutti il mondo discuteranno, presentando i propri studi, sulle migliori tecniche per trasformare gli scarti alimentari in energia. Lo scopo del Simposio è soprattutto quello di focalizzare l’attenzione sugli sviluppi delle tecnologie, la loro applicazione su larga scala, i potenziali impatti ambientali ed effetti sulla salute, ma anche l’informazione ed il consenso dei cittadini. L’evento, organizzato dall’Iwwg (International Waste Working Group), parte dal presupposto che materiali che fino a poco tempo fa erano visti come un problema dal punto di vista dello smaltimento, stanno diventando in un breve tempo una risorsa economica ed energetica per aziende e comunità. Non c’è limite, forse, ai materiali che possono essere riconvertiti. Ad esempio una delle novità presentate al Simposio riguarda l’industria del vino, che può riutilizzare per produrre energia anche le vinacce, sottoposte precedentemente ad un trattamento biologico o termico. Ma non solo il settore agricolo presenta delle novità. Da alcuni studi è emerso che è possibile trasformare in metano i resti di sangue e carcasse, attraverso un processo di digestione anaerobica che avviene in reattori chiusi. Un beneficio questo anche per l’ambiente nei paesi in cui la normativa non esiste e lo smaltimento degli scarti di macelleria potrebbero causare problemi per la salute pubblica. In Brasile poi si è scoperto che anche dalle bucce delle banane, che raggiungo una produzione di 668.000 tonnellate all’anno, possono essere sfruttate a fini energetici; così come l’olio di oliva in Spagna e il latte in Europa. In Messico e in Asia invece è possibile produrre metano rispettivamente dall’aloe vera e dal bambù. Per quanto riguarda l’Italia la scelta fatta da molte aziende, soprattutto nel Nord-Est, è quella verso impianti a biomassa di piccola taglia, per trasformare i reflui provenienti dagli allevamenti di suini, bovini e polli. Anche qui i benefici sono duplici, considerando i costi da sostenere per un corretto smaltimento di questi reflui. Tra le tante innovazioni una delle più interessanti è senza dubbio quella per la produzione di bio-idrogeno; si realizza partendo dai rifiuti organici umidi, come quelli prodotti dall’industria agroalimentare come succhi di frutta, marmellata e birra.