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A “tavolo green economy” regolamento regionale su installazione impianti rinnovabili

Disciplinare le procedure e individuare i criteri per l’installazione in Umbria di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è l’obiettivo del Regolamento regionale in materia che è stato illustrato, oggi, dall’assessore regionale all’ambiente Silvano Rometti ai soggetti del “tavolo sulla green economy”, previsto nell’ambito dell’Alleanza per lo sviluppo dell’Umbria. Il provvedimento, fortemente atteso dagli operatori pubblici e privati – ha detto Rometti, costituisce un passaggio ineludibile per regolare un settore strategico quale quello delle energie rinnovabili e di uno sviluppo regionale ancorato a politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio umbro, così come indicato anche nel programma di legislatura”. Il Regolamento affronta in modo organico le questioni legate alla produzione di energia pulita dalle diverse fonti, fotovoltaico, eolico, l’idroelettrico e biomasse, stabilendo le aree e i siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti. I 12 articoli che compongono il Regolamento affrontano il quadro complessivo delle procedure autorizzative per ogni tipologia di impianto da fonti rinnovabili, inclusi i casi di estensione del regime della procedura abilitativa semplificata e i casi di estensione del regime della comunicazione relativa alle attività in edilizia libera, i casi in cui la presentazione di più progetti sono da valutare in termini cumulativi nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale, le disposizioni regionali, i criteri e le condizioni che devono essere rispettati per l’installazione degli impianti, le modalità di trasmissione alla Regione Umbria, da parte di Comuni e Province, delle informazioni relative agli impianti autorizzati, la modulistica da utilizzare da parte del proponente e l’ammontare degli oneri istruttori a favore di Province e Comuni.

Accompagnano il Regolamento tre allegati. Il primo, sulle procedure amministrative per l’installazione, tiene conto del tipo di impianto da installare, della potenza in KW, definendo la tipologia di autorizzazione necessaria, le procedure da seguire, l’autorità competente al rilascio del titolo, l’eventuale documentazione aggiuntiva da allegare. Il secondo è relativo ai criteri di localizzazione e di progettualità di carattere generale in relazione alle diverse tipologie. Il terzo indica le aree non idonee.

“Il Regolamento regionale – ha detto Rometti – ha l’obiettivo di offrire ai diversi soggetti interessati un quadro chiaro sulle procedure ed i criteri relativi alla produzione di energia alimentata da fonti rinnovabili. E ciò in un quadro normativo nazionale che è invece determinato da difficoltà e profonde incertezze”. Rometti ha quindi ricordato i rilevanti e repentini cambiamenti del regime di incentivi che hanno influenzato lo sviluppo del settore. Con il secondo e terzo conto energia si è registrata una crescita tumultuosa del settore, in parte legata a fenomeni speculativi, mentre con l’annunciato ridimensionamento degli incentivi si è determinato un sostanziale blocco degli investimenti. Ma è soprattutto con il quarto conto energia – ha spiegato l’assessore – che si è decisa una drastica riduzione del regime di sostegno il cui effetto non potrà che rendere più difficoltoso il raggiungimento del 17 per cento di produzione di energia da fonti rinnovabili stabilito per l’Italia nell’ambito della Strategia europea 20-20-20, e per la Regione Umbria il raggiungimento della quota minima di produzione di energia da fonti rinnovabili che le sarà assegnata in base al cosiddetto decreto ‘burden sharing’.

“Il tema dell’energia prodotta da fonti rinnovabili – ha detto l’assessore – è di grande importanza e occorre ricordare – ha proseguito – che le Regioni ormai hanno l’obbligo di rispettare dei vincoli sulla percentuale di produzione sul proprio territorio che sono sanzionati e fanno riferimento non alla produzione di energia, ma al consumo”.

Per Rometti in proposito in Umbria c’è ancora molto da fare, “visto che la produzione di energia oscilla tra il 5 e il 7 per cento, mentre l’obiettivo è del 20 per cento. In questo contesto lo sviluppo di energia prodotta da biomasse è fondamentale anche se rappresenta un ‘passaggio’ delicato e, in questo periodo, anche oggetto di grande attenzione. La Regione ha favorito gli impianti di cogenerazione da installare a distanza dai centri abitati. Inoltre, abbiamo cercato di fare un’operazione più selettiva scindendo tra varie tipologie di biomasse”.