Rinnovabili

A proposito dell’inceneritore del Gerbido

Ho letto con estremo interesse le considerazioni di Massimo D’Ambrosio in merito alla ormai prossima realizzazione dell’inceneritore del Gerbido perché rimette al centro dell’attenzione dei cittadini e delle istituzioni la necessità della difesa della salute e richiama una forte presa di coscienza della popolazione affinché si sviluppi una reale politica di “riduzione e di raccolta differenziata di materiale post consumo”.
Le norme europee, recepite ad ogni livello dalle norme nazionali, hanno sostenuto e sostengono l’inderogabile e “prioritaria” necessità della riduzione a monte dei rifiuti e della loro pericolosità, del riciclaggio e dell’incremento della raccolta differenziata (RD) per salvaguardare ambiente, salute, risorse economiche e materiali non rinnovabili.
Le risposte concrete delle amministrazioni, delle aziende dei rifiuti e delle imprese è limitatissima e il forte impegno (pre elettorale) assunto in tal senso da Provincia e Città di Torino è rimasto nella pratica solo una buona intenzione, se mai lo è stata.
Una oggettiva analisi dei fatti fa incontestabilmente rilevare che non solo gli intenti indicati dal programma provinciale di gestione rifiuti della provincia (risultato atteso entro il 2003: 47% di RD) e della città di Torino (risultato atteso entro il 2003: 50% di RD) restano non attuati, ma anche che il 35% di RD, indicato dal decreto Ronchi come percentuale minima, è ormai un obiettivo mancato. Eppure vicino alla nostra regione, alla nostra provincia, in comuni di differenti dimensioni, vi sono realtà grandi e piccole che hanno, anche in tempi brevi, raggiunto livelli di raccolta differenziata uguale o superiore al 50% (in Piemonte le province di Novara, del VCO) dimostrando che progetti apparentemente ambiziosi, se accompagnati da una reale volontà di esecuzione, sono facilmente realizzabili senza aggravi di costi, ma al contrario economicamente più vantaggiosi.
Nelle nostre realtà si stanno invece perseguendo, con notevole solerzia, obiettivi di realizzazione di grandi impianti di smaltimento (inceneritori e discariche) mortificando gli impegni assunti con i cittadini e non considerando, neanche alla luce del tanto citato ma poco applicato principio di precauzione, le ricadute nel tempo sull’ambiente, sulla salute, sulle economie locali.
Constatiamo ogni giorno le conseguenze di scelte di facciata relative a progetti come, ad esempio, il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal protocollo di Kyoto: consistente riduzione delle emissioni di gas clima alteranti come la CO 2 emessa in grande quantità da inceneritori, centrali termoelettriche od il metano emesso da discariche in assenza di una totale separazione del materiale putrescibile dai rifiuti conferiti.
Effetto serra, piogge acide, inquinamento delle acque e del territorio, salute sempre più a rischio, non sono casi fortuiti così come non lo sono le diossine che, per quanto noto, non esistono nell’ambiente naturale, con i loro gravi effetti sui sistemi ormonali umani ed animali.
Condivido, dunque, le preoccupazioni di D’Ambrosio e spero che la comunità nichelinese, insieme a quelle dei paesi sui quali insisteranno la costruzione e gli effetti dell’inceneritore del Gerbido, sviluppi una nuova sensibilità manifestando apertamente la loro contrarietà rifiutando ogni sorta di contropartite economiche in compensazione e chiedendo una maggiore e più dettagliata informazione e partecipazione sulle scelte che così pesantemente le coinvolgono.
Il tempo non gioca a nostro favore. I lavori stanno per essere appaltati ma possiamo ancora far sentire forte il nostro dissenso sperando che “il grido di dolore” venga ascoltato prima che diventi di rabbia e si trasformi infine in un rantolo di morte.
È necessario l’impegno di tutti per la difesa della salute dei figli di D’Ambrosio e di tutta la popolazione nichelinese e non.
Donato Antoniello
Assessore all’Istruzione e lavoro del Comune di Nichelino

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