Rinnovabili

A novembre 100 piazze per il clima

(Rinnovabili.it) – Una festa per dire no al nucleare e rilanciare le rinnovabili attraverso una proposta di legge popolare. Questo è *100 piazze per il clima,* l’evento organizzato da Legambiente, insieme alle principali associazioni ambientaliste, forze sindacali e personalità del mondo della scienza e della cultura che hanno costituito un Comitato Nazionale per incentivare il dibattito sulle fonti alternative e contrastare il ritorno all’atomo. La normativa proposta vuole essere uno strumento per aiutare l’Italia ad emergere dalla dipendenza delle fonti fossili e ridurre il proprio fabbisogno primario attraverso un uso razionale dell’energia e attraverso la produzione verde. Il progetto di legge, che sarà possibile firmare nei circoli e nelle sedi di Legambiente oltre che nelle piazze che aderiranno all’evento, prende spunto dalla mancata risposta dell’Italia agli obiettivi europei del 20-20-20: ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Alcuni dei punti della proposta di legge del Comitato Nazionale vogliono cambiare la strategia proponendo strumenti utili. Stabilire, ad esempio, direttamente le finalità di politica energetica fondata sulle fonti rinnovabili, escludendo chiaramente l’uso del nucleare. Allo stesso modo si vuole chiarire, dopo la confusione tra Cip6 e le fonti assimilate, quali siano le vere fonti rinnovabili e fra queste quali sono sostenibili e quali no, ammettendo all’incentivazione solo quelle sostenibili. Per realizzare gli obiettivi di questa legge le fonti di finanziamento potrebbero essere il Conto Energia, la Tobin tax, e l’istituzione di un fondo speciale presso la Cassa Depositi e Prestiti per adeguare gli edifici pubblici. Fin’ora sono state già raccolte 100 mila firme; ma ci si aspetta una maggiore partecipazione: come sostiene il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: perché “puntare sulle fonti pulite abbandonando la via nucleare è una straordinaria opportunità che dobbiamo assolutamente cogliere sia per uscire dalla crisi economica che per gettare le basi per uno sviluppo durevole e sostenibile”.

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