Rinnovabili

A Casola perplessità sulla termocentrale

Non è ancora stata posata la prima pietra, ma già fa discutere la nuova termocentrale alimentata con legno cippato che sorgerà vicino al campo da basket e alla palestra comunale (nella foto). La struttura, che sarà realizzata da Senio Energia, sarà la nuova fonte di riscaldamento di 13 edifici pubblici, sia comunali che statali, ma in futuro potrà distribuire calore anche agli alloggi Erp presenti nel paese collinare.
A sollevare forti dubbi nei giorni scorsi era stato il gruppo provinciale di Forza Italia attraverso un’interrogazione alla Giunta Giangrandi. Nel documento gli azzurri segnalavano che è mancata un’adeguata consultazione con i cittadini circa il problema dell’emissione di sostanze nocive alla salute. Oltre a ciò il gruppo provinciale chiede alla Provincia se sia giusto porre in un centro abitato un’opera del genere e se sia giusto farla a Casola Valsenio, visto che c’è mancanza di legno, come sostengono i forzisti.
Di fronte a queste perplessità il sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini si dice del tutto tranquillo. «La qualità dell’aria sarà migliore, i costi dell’energia si ridurranno, si utilizzerà una fonte energetica rinnovabile e con il nuovo impianto saranno possibili nuovi e continui controlli per monitorare le emissioni e la qualità dell’aria». Queste, in sintesi, alcune delle principali caratteristiche portate in dote dal Comune di Casola.
«Alla luce di alcune perplessità e riflessioni tecniche nate in paese in questi giorni Casola Valsenio, per stare ai dati dell’Arpa, è il comune della provincia di Ravenna con la migliore qualità dell’aria – commenta con un pizzico d’orgoglio Sagrini -. e vogliamo che continui ad avere questo invidiabile primato anche in futuro. Con la realizzazione della caldaia a legna per riscaldare gli edifici pubblici, oltre ai benefici economici, si ridurranno le emissioni di polveri in atmosfera. Dagli attuali 13 impianti di riscaldamento di edifici pubblici se ne realizzerà uno solo di 1 Mw di potenza, inferiore alla somma delle singole caldaie attuali. Si avrà, così, più efficienza e minori consumi».
Ma c’è un altro aspetto su cui Sagrini intende soffermarsi. «Nella nuova caldaia produrremo calore con una risorsa, la legna triturata (cippato), che è naturale e locale, che darà vantaggio ai nostri produttori agricoli, e non ai petrolieri o a chi controlla il mercato del gas in Russia e in Algeria. Riscalderemo gli edifici pubblici con un materiale rinnovabile e inesauribile, mentre gas e petrolio non sono né rinnovabili né inesauribili».
Infine, Sagrini difende la localizzazione dove prenderà corpo la centrale (una caldaia e il silos per il cippato che occuperanno un centinaio di metri quadri). La scelta è ricaduta su un’area pubblica più vicina possibile agli edifici da riscaldare.

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