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2009: tra le delusioni per Copenaghen e le speranze per L’Aquila

Si stanno rapidamente consumando le ultime ore del 2009, un anno che aveva generato grandi aspettative, e consentitemi, grandi speranze per tutto ciò che ruota intorno alla salute del nostro pianeta.
Questo era l’anno, come l’aveva definito qualcuno, della “consapevolezza globale”, o della “svolta unilaterale”, cioè del percorso virtuoso che poteva essere intrapreso, per la prima volta nella storia della nostra amata Terra, da una buona parte dell’umanità, quella più responsabile dell’attuale livello di emissioni di gas climalteranti. E l’inizio di questo percorso sarebbe dovuto essere ufficialmente sancito dai Grandi del Pianeta nell’ambito della Conferenza di Copenaghen.
Ma come è noto purtroppo le aspettative, almeno quelle dell’inizio dell’anno, sono state quasi completamente deluse. E’ stato il meeting delle non decisioni, del ci rivediamo tra sei mesi a Bonn, del ridondante e meticoloso gioco di equilibri tra le diverse diplomazie, in particolar modo tra quelle che contano. E ho delle serie difficoltà a definire un elenco di merito e di demerito tra i partecipanti. Non si è salvata la Comunità Europea, il Brasile, la Cina e specialmente gli Stati Uniti, rappresentati dallo stesso Presidente che appena un anno fa era stato eletto da una cospicua fetta di elettori che credevano nella sua “svolta” ambientale. Insomma, dopo il consueto agitarsi delle pretrattative, al momento di pagare il conto uno dopo l’altro i Grandi della Terra hanno fatto un passo indietro, nascondendosi dietro un dito.
Sono stati sconfitti anche i più incalliti ottimisti che, come noi e tanti altri operatori del settore, hanno fino all’ultimo sperato nel “miracolo”, forse nella consapevolezza che l’urgenza drammatica imposta dalla situazione ambientale e l’apparente stato di sensibilizzazione generale dei Grandi potesse costituire una piattaforma di motivazioni praticamente non replicabile.
Ma se da una parte il 2009 possiamo catalogarlo come l’anno delle “delusioni” dall’altra, in un momento di consuntivo, non possiamo non citare quella che per il nostro giornale, e specialmente per i cittadini aquilani, è stata una vera vittoria, una prima sostanziale vittoria che prelude ad una ricostruzione basata su criteri di sostenibilità e di rispetto ambientale. Infatti è stato proprio il nostro quotidiano che ha redatto la “Carta per la ricostruzione sostenibile di L’Aquila”, un documento tecnico che abbiamo, devo dire con determinazione e la volontà di superare le indecisioni fino ad allora vissute sul territorio terremotato, presentato ufficialmente al Sindaco di L’Aquila ed alla Presidente della Provincia di L’Aquila, che l’hanno condiviso e firmato in modo impegnativo nei nostri confronti, e specialmente dei cittadini. Nella Carta si definiscono, in termini semplici e percepibili anche dai non addetti ai lavori, gli obiettivi di sostenibilità della città ricostruita, l’autoabbattimento del 35% delle emissioni rispetto a quelle che aveva nel 1990 e l’autoimposizione di ricostruire con almeno il 50% di materiale generato da processi di riciclo delle macerie. E questi ambiziosissimi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso delle linee guida descritte dalla Carta stessa, linee da porre alla base della ricostruzione urbana ed edilizia. Ma la nostra grande soddisfazione nasce anche dal fatto che questo Piano di intervento sulla sostenibilità non è stato solo oggetto di impegno da parte delle Amministrazioni che hanno la responsabilità della ricostruzione, ma anche dal fatto che Rinnovabili.it ha chiesto all’On. Margiotta, Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera ed uno dei rappresentanti del nostro Parlamento a Copenaghen, di porre l’impegno sostenibile dell’Aquila all’attenzione dei Grandi, e così è stato.
Il 16 dicembre Margiotta ha illustrato la Carta di Rinnovabili.it nell’ambito della riunione della Unione Interparlamentare della COP 15, a cui hanno partecipato i delegati dei Parlamenti di tutto il mondo, e con la quale è stato chiesto alla comunità internazionale di creare le condizioni per realizzare gli obiettivi della Carta.
I risultati di quest’operazione non sono, chiaramente, percepibili da subito; ma la nostra promessa, nel rispetto dell’impegno che noi stessi abbiamo assunto nei confronti delle popolazioni terremotate, è di continuare a seguire questo processo virtuoso per realizzare il sogno condiviso, credo, da tutti: trasformare la ricostruzione in opportunità e realizzare una nuova città radicalmente sostenibile e con elevati standard di qualità della vita.
E questo l’augurio che facciamo a tutta la popolazione del cratere. Felice anno nuovo, cittadini aquilani.

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