Tutti, merito di internet, possono metter su un canale televisivo. Le ultime tecnologie, alla portata di tutti, più sofisticate, ma più facili da utilizzare hanno favorito questo boom, piccole o grandi realtà, il tutto iniziato, per quanto riguarda l’ambiente, con i famosi video dei teleoperatori di Greenpeace che testimoniavano le spericolate azioni dei “guerriglieri verdi” della prima ora.
Oggi, grazie anche ad una maggiore diffusione della coscienza ambientalista, in tutto il mondo è sempre più facile mandare in onda filmati con temi attinenti al clima, all’inquinamento alle conseguenze del global warming. Sono network tv low-cost, tutti rigorosamente sul web e, anche se non tecnicamente perfetti, contengono filmati interessanti e testimonianze a volte uniche.
Seguendo la moda o se volete l’interesse sempre maggiore, anche i network satellitari e le emittenti hanno iniziato a produrre questi programmi.
Quali sono gli esempi?
C’è “Green Tv” che è adirittura finanziata dall’Onu e la fanmosa “Current Tv”, l’emittente di Al Gore (in Italia, su 130 – Sky). Realtà internazionali, con molti contributi degli stessi utenti e l’idea portante della “controcultura”
Planet Green Tv”, sul web e non sul satellite, è pure molto famosa e seguita nonostante faccia parte della pay-tv.
Da noi abbiamo “Eco Tv” (su Sky 906), paladina di campagne attraverso la rete, poi “Ambiente.tv” forse la prima web tv puntata sui temi ambientali. Poi “Zeroemission” (più portale di informazione ambientale che vera e propria web tv).