Parte “Cielo Pulito”, il progetto dell’Ue per lo sviluppo di ecovelivoli, con la partecipazione di costruttori di aerei, centri di ricerca e università. L’iniziativa si appresta ad essere uno dei più ampi progetti di ricerca europei, finalizzato ad aumentare la competitività dell’aviazione europea e a dare una generosa mano all’ambiente
Oggi a Bruxelles Janez Potocnik, Commissario alla ricerca e scienza, ha ufficialmente dato il via all’iniziativa “Clean Sky”, il progetto che permetterà dal 2015 lo sviluppo di aerei rispettosi dell’ambiente. Con un budget di un miliardo e 600 milioni di euro, il programma rappresenta un impegno congiunto dell’Unione europea e dell’industria aeronautica ed incoraggia la piena partecipazione di piccole e medie imprese, università e centri di ricerca. Finora hanno aderito 86 organizzazioni di 16 dei 27 paesi Ue, fra cui 54 industrie, 15 centri di ricerca e 17 università che si impegneranno in progetti di ricerca, al fine di rendere il viaggio aereo più sostenibile. Il bilancio in dotazione metà per l’appunto dai fondi pubblici comunitari e metà dalle industrie del settore, rende Clean Sky uno dei più ampi progetti di ricerca europei, e fa storcere il naso ai competitors americani, che non vedono di buon occhio l’utilizzo di denaro pubblico. Ma con l’attuale domanda di voli in continua ascesa (un più 5% l’anno secondo Bruxelles) l’iniziativa sembra essere la mossa necessaria a rendere il trasporto aereo europeo competitivo, assumendo, nel contempo, una posizione privilegiata nella lotta al surriscaldamento globale. Al forum di presentazione, Marc Ventre, presidente del comitato esecutivo di Clean Sky, ha precisato i tre obiettivi del progetto: “Riduzione del 50% del diossido di carbonio, dimezzare il livello del rumore e ridurre dell’80% quello delle emissioni di ossido di nitrogeno”.