In ambito alimentare gli insetti suscitano un grande interesse, viste le difficoltà cui le aziende agroalimentari vanno incontro a causa del cambiamento climatico e dei rincari economici. Ma il loro consumo è davvero sicuro?
di Daniela Maurizi
(Rinnovabili.it) – Se in passato sembrava solo una improbabile profezia, oggi si fa sempre più un gran parlare dell’utilizzo degli insetti come materia prima alimentare. E, anche se ci sembra qualcosa destinato a un futuro lontano e per certi versi distopico, in realtà sono diversi gli ingredienti a base di insetti approvati già da tempo dalle autorità competenti. Ma questi alimenti sono davvero sicuri? Vediamo insieme di cosa si tratta per capirlo.
Breve storia dei “nuovi alimenti”
Il termine “nuovo alimento” è entrato a far parte del nostro vocabolario a partire dal 15 maggio 1997, quando nell’Unione Europea è entrato in vigore il primo Regolamento a riguardo. Per definizione, quindi, rientrano nella categoria “nuovi alimenti”, chiamati anche novel food, tutti quei prodotti alimentari che non siano stati consumati ampiamente all’interno dell’UE prima del 15 maggio 1997.
Ma, ancor prima di arrivare sulle nostre tavole, i cosiddetti “nuovi alimenti” sono stati impiegati nella zootecnica come mangime per polli e galline. Gli allevatori, infatti, spinti dall’aumento dei costi delle materie prime e dalle difficoltà di trasporto, hanno riscontrato nell’utilizzo di concimi a base di insetti notevoli benefici, sia economici, sia per un fatto di sostenibilità.
È così che, col passare degli anni, l’Unione Europea ha via via autorizzato una serie di nuovi alimenti destinati al consumo umano. È il caso del tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor), meglio noto come tarma della farina, autorizzato dall’UE con il Regolamento 882/2021; oppure delle larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) e del grillo domestico (Acheta domesticus), la cui farina è sulla bocca di tutti a seguito del recente Regolamento autorizzativo 5/2023 della Commissione Europea.
Si tratta di ingredienti che possono essere essiccati, congelati e polverizzati e quindi utilizzati per la produzione di cracker, pane, pizza e barrette. Il tutto purché venga chiaramente indicata la loro presenza in etichetta. In particolare, c’è attenzione sulle possibili reazioni allergiche dovute ad ingestione di insetti, aspetti sui quali la comunità scientifica non ha ancora espresso un parere definitivo. In ogni caso, visto che gli insetti e i crostacei provengono da un antenato comune, e hanno la medesima composizione dell’esoscheletro, i produttori dovrebbero sconsigliarne il consumo alle persone allergiche ai crostacei.
La promessa dei “nuovi alimenti”
In ambito alimentare gli insetti suscitano un grande interesse, viste le difficoltà cui le aziende agroalimentari vanno incontro a causa del cambiamento climatico e dei rincari economici.
L’allevamento di insetti, infatti, risulta promettente per diverse ragioni: sono di fatto delle “proteine alternative”, ingredienti ad elevato contenuto proteicobin grado di coprire almeno in parte le carenze nutrizionali dei Paesi in via di sviluppo e per questo sotto l’attenzione della FAO. A questo si aggiunga che dal loro allevamento deriva una riduzione delle emissioni di gas serra, oltre a una significativa limitazione dello spreco alimentare, essendo ingredienti notevolmente versatili.
In più, data la costante crescita del costo delle proteine animali, oltre al loro forte impatto ambientale, che si va ad accompagnare a una sempre maggiore domanda di proteine tra le classi medie, si capisce come lo studio di proteine derivate dagli insetti sia considerata una delle aree più importanti da tenere sott’occhio nei Paesi UE.
Mangiare insetti è davvero sicuro?
Come abbiamo visto, tutti i nuovi alimenti vengono immessi sul mercato solamente se ricevono l’autorizzazione dell’Unione Europea. La Commissione, infatti, sottopone l’alimento a una rigorosa valutazione scientifica da parte dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ne decreta quindi la sua sicurezza per il consumo umano. Con il Regolamento (UE) 2015/2283 sui nuovi alimenti (novel food), la richiesta di autorizzazione deve essere presentata direttamente alla Commissione europea, attraverso un sistema online. Il produttore deve presentare già in fase di richiesta una relazione conforme alle linee guida EFSA, che deve contenere solidi dati scientifici a supporto.
Solo dopo questi passaggi la Commissione inserisce il nuovo alimento autorizzato nell’elenco dell’Unione (Union list).
Per quanto riguarda l’etichettatura, gli alimenti a base di insetti devono rispettare le informazioni ai consumatori previsti dal Regolamento UE 1169.
Dal punto di vista quindi della macchina normativa e di controllo intorno a questi alimenti, possiamo stare sicuri, rimane al momento senza dubbio il blocco ancestrale di noi europei nel nutrirsi di grilli e tarme.