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Pacchetto rifiuti: l’Europarlamento vota ambiziosi target su riciclo

La plenaria di Strasburgo approva le nuove norme così come votate dalla Commissione ambiente: aumentano gli obiettivi di riciclo mentre si taglia il conferimento in discarica

Pacchetto rifiuti: l’Europarlamento vota ambiziosi target su riciclo

 

(Rinnovabili.it) – Più riciclo, meno discarica. Le richieste della Commissione Ambiente (ENVI) dell’Europarlamento diventano la posizione di tutta l’aula che oggi a Strasburgo si è riunita in plenaria per votare le nuove norme del pacchetto rifiuti. Quattro proposte legislative con cui aggiornano sei precedenti atti: la direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva sulle discariche, quella sul packaging e quella relativa ai veicoli fuori uso, pile e accumulatori, e apparecchiature elettriche ed elettroniche. Insieme ad un quinto provvedimento inerente i rifiuti alimentari, costituiscono il cuore della strategia sull’economia circolare promossa dalla Commissione Europea. Ma rispetto alle ultime bozze dell’esecutivo, il testo approvato dagli eurodeputati si fa portatore di un maggiore coraggio.

 

“Oggi, il Parlamento ha dimostrato a larghissima maggioranza che crede nella transizione verso un’economia circolare”, ha commentato durante la conferenza stampa la relatrice Simona Bonafè (S&D). “Abbiamo deciso di ripristinare gli ambiziosi obiettivi per il riciclaggio e le discariche, in linea con quanto la Commissione aveva inizialmente proposto nel 2014”.

 

I deputati sono stati concordi infatti nel voler aumentare la quota di rifiuti urbani destinati al riciclo almeno al 60 % entro il 2025 e al 70 % entro il 2030. Oggi la media dei Ventotto è ancora solo al 44%.

In realtà in quelle percentuali non è contemplato solo il riciclaggio ma anche il riutilizzo, controllando, pulendo e riparando ciò che può essere usato, senza per forza doverlo smembrare per recuperare le sue materie prime.

 

“La lotta contro l’obsolescenza programmata – spiega Davor Škrlec (Verdi/EFA) – aiuterà i consumatori a risparmiare denaro e ottenere benefici ambientali. Aumentando l’accesso delle imprese sociali ai rifiuti riutilizzabili, redigendo manuali di informazioni tecniche e producendo parti di ricambio facilmente disponibili, saremo in grado di responsabilizzare i cittadini a svolgere un ruolo attivo nell’economia circolare”.

 

Pacchetto rifiuti: l’Europarlamento vota ambiziosi target su ricicloIl testo introduce tra i nuovi obblighi anche l’estensione della differenziata all’umido, ai rifiuti domestici pericolosi e agli indumenti e quello di ridurre la percentuale di materiali conferiti in discarica al 5% (Bruxelles proponeva il 10%). Per venire incontro agli Stati membri più timorosi però il testo propone una proroga di cinque anni, a determinate condizioni, per i Paesi che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65% dei loro rifiuti urbani.

Il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe – secondo la valutazione della stessa Commissione Europea – di creare 580 mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime.

 

>>Leggi tutte le misure del Pacchetto sull’Economia circolare<<

Per i rifiuti da imballaggio, i parlamentari sostengono un tasso di riciclo del 80% nel 2030 e obiettivi intermedi per ogni materiale da implementare entro il 2025.

Un capitolo a parte lo richiedono gli scarti alimentari e il marine littering. Il parlamento mira a una riduzione dei rifiuti alimentari del 30% per il 2025 e del 50% entro il 2030 rispetto al 2014. Si propone un obiettivo simile per i rifiuti marini insieme a specifiche misure di prevenzione.

 

Le quattro risoluzioni approvate oggi non sono ancora l’ultimo tassello legislativo del pacchetto. Rappresentano unicamente la posizione del Parlamento in vista dei negoziati con il Consiglio dei ministri UE, che deve ancora adottare la propria posizione. Ma le ultime indiscrezioni sul tema fanno capire che si dovrà attendere una dura battaglia. Secondo quanto rivelato nei giorni scorsi, gli Stati membri starebbero facendo pressioni per percentuali addirittura inferiori a quelle richieste nel 2015 dalla Commissione Europea (ad esempio un obiettivo del 60% per il riciclaggio dei rifiuti urbani al 2030) e avrebbero fatto sparire anche qualsiasi accenno al concetto di ‘preparazione per il riutilizzo’.