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Ok al Pacchetto economia circolare: riciclo al 65% entro il 2035

Parlamento e Consiglio dell'Unione Europea hanno trovato l'accordo. Ecco come cambiaranno le norme in materia di rifiuti

pacchetto economia circolare

 

Approvato in via definitiva il Pacchetto Economia Circolare

(Rinnovabili.it) –  Il pacchetto è stato approvato oggi dalla Plenaria dell’Europarlamento dopo il difficile ciclo di negoziazioni con il Consiglio dell’Unione Europea. Il testo definitivo, tuttavia, smorza leggermente l’ambizione contenuta nella proposta originale dell’esecutivo: alcuni obiettivi sono stati rivisti al ribasso e alcuni concetti sono stati limati.

In realtà sarebbe più giusto dire “i testi”, dal momento che non si tratta di un unico documento. Il pacchetto economia circolare aggiorna, infatti, sei differenti direttive: Rifiuti, Discariche, Imballaggi, Veicoli a fine vita, Pile e Accumulatori a fine vita, RAEE (rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici).

Nel complesso i diversi atti nuovi obiettivi giuridicamente vincolanti per il riciclaggio e le buone pratiche di gestione dei rifiuti, fissando scadenze prestabilite e armonizzando per la prima volta gli sforzi nazionali verso target condivisi. Il risultato soddisfa la relatrice Simona Bonafè (S&D, IT), a cui era stato assegnato il progetto di relazione. “Con questo pacchetto l’Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale […]Per la prima volta gli Stati membri saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili”.

 

 

Quali sono gli obiettivi del nuovo Pacchetto Economia circolare?

Le nuove norme indicano che il ricorso alla discarica dovrà essere portato al di sotto del 10 per cento entro il 2035. Di pari passo è introdotto l’obbligo di riciclare almeno il 55 per cento dei rifiuti urbani domestici e commerciali entro il 2025. Per i materiali da imballaggio le percentuali cambiano leggermente (riducendosi rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea): a livello generale il 65% di questi rifiuti dovrà essere destinato al riciclo entro il 2025 e il 70% entro il 2030, ma con sotto-target distinti per i singoli materiali.

MaterialeEntro il 2025Entro il 2030
Tutti i tipi di imballaggi65%70%
Plastica50%55%
Legno25%30%
Metalli ferrosi70%80%
Alluminio50%60%
Vetro70%75%
Carta e cartone75%85%

Tutti questi target potranno essere rivisti nel 2024.

 

Per la prima volta si introduce nelle direttive anche la raccolta differenziata per i rifiuti tessili (obbligatoria dal 2025), l’umido e i rifiuti organici (entro il 2023) e quelli pericolosi domestici, come le vernici, i pesticidi, gli oli e i solventi (entro il 2022). La nuova legislazione prevede inoltre un maggiore utilizzo di strumenti economici di sostegno, assegnando un ruolo fondamentale ai produttori grazie a regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR).

 

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, è previsto che gli Stati membri riducano gli sprechi alimentari del 30 per cento entro il 2025 e del 50 per cento entro il 2030, incentivando la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per i deputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori in merito al significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.

Secondo Legambiente, il nuovo quadro normativo permetterà all’Italia di posizionarsi rapidamente ai primi posti nell’Europa dell’economia circolare a patto di rivedere però, nei modi e nei tempi giusti, la propria legislazione in materia: dalle norme sulle materie prime seconde, a quelle sul cosiddetto ‘end of waste’ e sulla semplificazione delle procedure autorizzative per promuovere il riciclo di quello che viene raccolto in modo differenziato.