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I vantaggi dell’economia circolare protagonisti a Eta Beta

Le prospettive aperte sono immense ed entusiasmanti: un’immagine positiva per il nostro futuro, tra riciclo, tutela dell'ambiente e ingegnose startup in tutto il mondo

etaBeta, innovazione verde

 

(Rinnovabili.it) – I rifiuti di qualcuno diventano le risorse di qualcun altro. È l’alchimia dell’economia circolare, al centro della puntata di oggi di Eta Beta. Massimo Cerofolini, conduttore del programma in onda su Radio Uno, e il direttore di Rinnovabili.it Mauro Spagnolo hanno discusso le enormi potenzialità di questo nuovo paradigma per il modello produttivo internazionale.

Per avvicinarsi al tema si può partire da un’immagine semplice, la linea. È lineare l’economia intesa in modo tradizionale. Ma basta fare in modo che i due estremi si tocchino, perché ciò che siamo abituati a chiamare scarti, rifiuti, si mostri ai nostri occhi per quello che è: una risorsa da valorizzare.

«L’economia circolare è concepita per potersi rigenerare da sola – spiega Mauro Spagnolo – Qualsiasi prodotto concepito secondo questi dettami deve essere immaginato dal principio alla fine del suo ciclo di vita e oltre, per reimmetterlo in circolo». E nel frattempo si abbassano emissioni, consumi e rifiuti in discarica.

 

L’approccio è stato recepito dall’Unione Europea. Attualmente l’Europa perde circa 600 milioni di tonnellate l’anno di materiali contenuti nei rifiuti che potrebbero essere potenzialmente riciclati o riutilizzati. Solo circa il 40% dei rifiuti generati dalle famiglie nell’UE è riciclato, con tassi di riciclaggio che vanno dal 5% fino all’80%, a seconda delle zone. In una prospettiva di maggiore efficienza, la trasformazione dei rifiuti in risorse è un elemento decisivo per realizzare un’economia più circolare.

Gli obiettivi fissati dal pacchetto Ue sono ambiziosi: entro il 2030 riciclare il 65% dei rifiuti urbani, il 75% degli imballaggi e ridurre il conferimento in discarica ad un massimo del 10% di tutti i rifiuti. Tra gli elementi sicuramente più interessanti appaiono le proposte di sostenere la riparabilità, la durabilità e la riciclabilità  dei prodotti e di preparare un programma di test indipendenti  – nell’ambito di Orizzonte 2020 – per contribuire a identificare le questioni connesse alla potenziale obsolescenza programmata (piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile.

Il tutto si tradurrebbe in vantaggi evidenti per l’ambiente, ma con ricadute molto positive anche per l’economia. L’ultimo rapporto WRAP parla di 3 milioni di nuovi posti di lavoro con orizzonte 2030 grazie all’economia circolare.

 

economia circolareUn ambito in cui investire sembra particolarmente vantaggioso. Ne sono esempio le tante startup, italiane e straniere, che hanno saputo coniugare ingegno e passione per l’ambiente in modi creativi. Come Orange Fiber, l’idea delle due giovani catanesi Adriana Santanocito e Enrica Arena. «Si tratta di un tessuto innovativo e sostenibile – spiega Spagnolo – prodotto con gli scarti di lavorazione della buccia d’arancia. E ha effetti benefici sulla pelle: grazie all’utilizzo delle nanotecnologie sono state inserite nelle fibre delle microcapsule con oli essenziali di agrumi e vitamina C a lento rilascio».

Gli esempi presentati sono molti, dall’italiana Revet Recycling che risolve il problema del riciclo delle plastiche miste alla milanese Relight impegnata a dare nuova vita ai RAEE. E poi il Cile dove una startup realizza skateboard da reti da pesca recuperate in mare, il progetto europeo PHBOTTLE che ricicla le acque reflue della produzione di succhi di frutta per produrre un eco-packaging.

Anche la bioedilizia è impegnata da tempo nello sviluppo dell’economia circolare. «Esistono eco mattoni dove mozziconi di sigaretta vengono impastati con i materiali convenzionali – continua Spagnolo – Il prodotto finale è non solo più economico, ma anche estremamente performante per la coibentazione». Il direttore di Rinnovabili.it cita poi l’idea di una 16enne indiana, Bisman Deu, che ne ha creati altri dalla miscelazione della paglia di riso con una resina che migliora le prestazioni di durabilità e resistenza agli agenti atmosferici. O ancora Park 20|20, un intero eco quartiere interamente concepito secondo il noto approccio “dalla culla alla culla”, o la sinergia tra economia circolare e settore dell’automotive.

«Le prospettive dell’economia circolare sono immense ed entusiasmanti – conclude Spagnolo – Significa riuscire a concepire oggetti che appartengono alla nostra vita in modo da farli rivivere infinite volte. È un approccio concreto e razionale: un’immagine positiva per il nostro futuro».