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SONITA: l’auto elettrica riciclata e riciclabile

Presentata per la prima volta alla Fiera di Monaco, il prototipo elettrico è nato per cambiare le regole del trasporto e renderlo ecologico dalla fase di progettazione a quella di demolizione

Economica, ecologica, elettrocar. Si chiama SONITA ed è l’auto elettrica riciclata e riciclabile 100% Made in Italy (il nome è la forma sincopata di “Sono italiana”) messa a punto da un team di designer, costruttori e progettisti con un preciso intento: azzerare l’impatto ambientale dell’intero suo ciclo di vita, dalla fase di costruzione a quella di smaltimento. Il prototipo è stato presentato alla Fiera di Monaco “Ecological Vehicles & Renewable Energies” alla vigilia di Pasqua ed è il frutto di una vitale imprenditorialità italiana che ha pensato di mettere a punto una modalità di trasporto ecologica a tutto tondo. In un concentrato di caratteristiche a metà tra le logiche dei fuoristrada e quelle delle auto sportive di lusso, SONITA è infatti una vettura elettrica che concepisce solo questo tipo di trasporto, motivo per cui il team di ricercatori che l’ha messa a punto ha studiato e perfezionato il fattore ecologico di tutto il suo ciclo di vita, oltre a quello economico: un pieno si fa con soli 3 euro.

 

“Abbiamo deciso di cambiare le regole del gioco – spiegano i costruttori nel video realizzato ad hoc per la Fiera – un motore completamente elettrico, componenti scelti tra i migliori del mercato, materiali riciclati e tutti riciclabili, un processo di produzione che rispetta l’ambiente: un veicolo sostenibile al servizio dell’uomo”.

 

Tre i dictat seguiti dalla squadra:

 

Non deve inquinare nella fase costruttiva
L’attuale impiego di materiali riciclabili e facilmente assemblabili e smontabili (rispettivamente nella fase costruttiva e in quella demolitiva) è stata una scelta pensata sin dal momento della progettazione del veicolo, già da ora in attesa degli sviluppi dell’industria dei polimeri plastici ottenuti da cereali ed erbacee coltivati su terreni marginali non food per diventare ancora più green; la logica è quella del risparmio derivante da un miglior uso delle risorse. Una partnership che la casa costruttrice ha stretto con un’azienda del Nord Ovest (la Marcopolo) è servita poi a ridurre la CO2 passiva prodotta per la costruzione del veicolo stesso.

 

Non deve inquinare durante il periodo di attività
SONITA si alimenta con l’energia elettrica, in parte anche autoprodotta. La vettura, infatti, produce energia fotovoltaica, attraverso pannelli posizionati sulle superfici più esposte alla luce del sole, produce energia durante l’azionamento dei freni e produce anche energia eolica, grazie a particolari ventole che si azionano ogni volta che il guidatore stacca il piede dall’acceleratore (queste ultime oggetto del brevetto depositato SONITA EVP – “Energia dal Vento Positivo”). Per renderne più agevole la fruizione, la casa automobilistica è ora impegnata nella realizzazione di colonnine di ricarica da posizionare nelle aree di servizio.

 

Non deve inquinare nemmeno alla fine del suo ciclo di vita
I materiali di cui è composta la vettura sono interamente riciclabili. Tutti i componenti, infatti, oltre ad essere di facile smontaggio, possono essere recuperati e impiegati in usi secondari, sia quando devono essere sostituiti sia quando l’autoveicolo deve essere demolito, alleggerendo il bilancio delle discariche e con enormi vantaggi in termini economici.

 

“Cambiare le regole del gioco” significa anche passare attraverso ostacoli con cui il trasporto sostenibile deve fare i conti. Soltanto una decina di giorni fa, la cosiddetta “bufala” degli eco-incentivi previsti dal Governo Monti ha destato non poca preoccupazione nel comparto.