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Il riciclo dei rottami? Un fiorente motore economico

Secondo l’Insitute of Scrap Recycling Industries il settore del riciclo dei rottami negli USA sarebbe in grado di generare occupazione e benefici economici pari a 90 mld di dollari all’anno

Il riciclo dei rottami? Un fiorente motore economico(Rinnovabili.it) – Il riciclo dei rottami negli Stati Uniti è una gallina dalle uova d’oro: quasi 90 i miliardi di dollari generati e mezzo milione i posti di lavoro creati in un anno. Secondo l’Economic Impact Study appena pubblicato dall’Institute of Scrap Recycling Industries (ISRI), infatti, il giro d’affari legato al settore, pari a 87 miliardi di dollari, sarebbe smosso grazie all’occupazione, diretta e indiretta, di 462.780 posti di lavoro e offrirebbe un significativo contributo all’economia statunitense in termini di occupazione e benefici economici complessivi.

 

Lo studio è stato condotto dalla società di consulenza indipendente di John Dunham and Associates per determinare la dimensione e la portata del settore dei rottami negli Stati Uniti ed ha messo in evidenza le opportunità aperte dal settore che, come specificato dal Presidente dell’ISRI, Robin Wiener, sarebbe un vero e proprio volano economico per il Paese.

 

«In un momento in cui il mercato nazionale del lavoro è fragile – ha spiegato infatti Wiener – l’industria del riciclo riesce invece a creare opportunità non solo di qualità, ma anche ben retribuite, rimettendo in moto l’economia attraverso la spesa e le entrate generate dalle tasse».

 

I benefici del riciclo dei rottami nel dettaglio

Secondo l’ISRI l’occupazione diretta legata al settore del riciclo dei rottami riguarderebbe 137.970 persone, cui vanno a sommarsene altre 131.917 occupate indirettamente e 193.053 attribuibili all’indotto. Buoni i dati anche sul piano dei salari, pari a 9.586,20 dollari per gli occupati diretti, 7.948,42 dollari per gli indiretti e 9.265,54 per l’indotto. L’impatto economico ha poi fatto quasi raddoppiare il giro d’affari industriale passato, dal 2009 a oggi, da 54 a 87 miliardi di dollari, suddivisi tra 34.691,38 provenienti dall’occupazione diretta, 24.366,92 da quella indiretta e 87.396,19 dall’indotto. A questi floridi risultati, si aggiungerebbero ogni anno circa 4 miliardi di entrate per lo Stato e 6,3 miliardi di dollari provenienti dalle tasse, pagate dall’industria e da tutti gli occupati.

 

Le esportazioni

Le esportazioni verso 160 Paesi rappresentano il 39,9% dell’attività economica legata al settore e da esse dipendono 185.000 posti di lavoro, con benefici economici pari a 1,9 miliardi di dollari di gettito fiscale e 1,6 miliardi di dollari di imposte, tra statali e locali. Solamente nel 2012, il settore del riciclo dei rottami ha esportato 27,8 miliardi di dollari di rottami in tutto il mondo, contribuendo in modo significativo a ridurre la domanda di energia a livello mondiale e i livelli di gas a effetto serra e al contempo a evitare lo spreco di materie prime. Secondo le stime riportate nello studio dell’ISRI, l’industria del riciclo dei rottami provvede per lo 0,55% all’attività economica complessiva nazionale, una quota paragonabile a quella raggiunta dalle squadre sportive professionali o dall’industria del giocattolo.

 

Le opportunità messe in luce dallo studio offrono numerosi spunti di riflessione. L’auspicio per il Presidente Wiener è che quanto emerso possa convincere il Paese di quanto sia strategico per l’economia nazionale puntare sull’industria del riciclo dei rottami e sostenerla, «mettendo le persone in grado di lavorare bene, proteggendo l’ambiente e contribuendo al risparmio energetico».