Nuovi reattori progettati dall’Università di ingegneria chimica permettono una rapidissima pirolisi, che produce combustibile con pneumatici fuori uso
(Rinnovabili.it) – Il dipartimento di Ingegneria chimica dell’UPV/EHU University dei Paesi Baschi ha sviluppato processi innovativi per la produzione di materia prima e carburante utilizzando rifiuti organici e pneumatici fuori uso. Si stanno studiando raffinerie sostenibili dove sia possibile produrre senza l’utilizzo di petrolio. La chiave è l’utilizzo di reattori a fondo conico, secondo l’università iberica. Per mezzo di una rapidissima pirolisi, della durata di circa 20 millisecondi a 500 gradi centigradi, essi permettono di produrre combustibile o materia prima utilizzando vari tipi di rifiuto. Con il vantaggio, non da poco, di un impatto sull’ambiente molto più basso del petrolio. I ricercatori hanno sviluppato due linee produttive, a seconda del tipo di rifiuti utilizzati nel processo. Una utilizza biomasse (rifiuti agricoli e vegetazione di foresta), ed è in grado di trasformare il 70 per cento della massa trattata in biocarburante. L’altra linea invece utilizza plastica, pneumatici fuori uso e simili. Per produrre biocarburante da questo materiale, è stato necessario progettare un altro reattore. Il combustibile che ne viene fuori è del tutto simile a quello ricavato dal processo che usa le biomasse. Il reattore funziona particolarmente bene, spiega l’Università de Paesi Baschi, quando tratta pneumatici fuori uso.
«Quando la pirolisi è condotta in particolari condizioni, riusciamo a produrre materia prima davvero interessante, come il carbone nero», spiega Martin Olazar, ingegnere chimico e ricercatore al dipartimento dell’università basca. Si tratta della materia prima più utilizzata per produrre gomme. Nella “raffineria sostenibile”, il processamento dei pfu trasforma il 30 per cento del rifiuto in carbone nero.
«Una percentuale abbastanza alta da essere redditizia», fa notare Olazar.
Con questo nuovo reattore, gli iberici contano di fare quattrini: hanno intenzione, dopo averlo brevettato, infatti di aprire una fabbrica di medie dimensioni per testare nel mercato del riciclo le sue capacità e performance. Una nuova destinazione per le numerose tonnellate di pfu che ancora non riescono ad essere riciclati.