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Alterenergy e Powered: il ruolo “energetico” della Puglia nel Programma IPA Adriatico

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Il Programma Adriatico 2007-2013, nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera finanziato dallo strumento finanziario IPA (Instrument of Pre-Accession Assistance), si pone l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo sostenibile della Regione Adriatica attraverso una strategia concordata tra i partner dei territori eleggibili con la realizzazione di iniziative riferite ai tre assi prioritari: cooperazione economica, sociale e istituzionale; risorse naturali e culturali e prevenzione dei rischi; accessibilità e reti.

Il progetto ALTERENERGY ha in dotazione un budget complessivo pari a 12,5 milioni di Euro ed il partenariato comprende diciotto organizzazioni tra Ministeri, Regioni, Agenzie di sviluppo, enti locali ed altri, tutti appartenenti ai Paesi partner dello spazio Adriatico.

Vi prendono parte l’ Italia, attraverso le sette Regioni costiere, l’Albania, la Bosnia Herzegovina, la Croazia, la Grecia, il Montenegro, la Serbia e la Slovenia. Inoltre si registrano cinquantasette comunità selezionate ad oggi su tutta la fascia costiera Adriatica, ventisei accordi già firmati tra partner di progetto ed amministrazioni coinvolte, diciotto Piani di azione per l’energia sostenibile previsti, due progetti pilota infrastrutturali in tema di sostenibilità energetica da realizzarsi in Puglia e Albania. La fine dei lavori è prevista per agosto 2015.

Target specifico del progetto sono le piccole comunità (con meno di diecimila abitanti).

 

Il progetto POWERED, invece, è finalizzato alla definizione di strategie e metodi condivisi per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in tutti i paesi che si affacciano sul mare Adriatico.

Il budget complessivo è di 4,45 milioni di Euro, mentre il crono programma dei lavori vede oramai avvicinarsi il termine: febbraio 2014.

Lo scopo principale del progetto è quello di stilare delle linee guida già operative e circostanziate per la realizzazione di parchi eolici off-shore compatibili con la politica di sviluppo sostenibile condivisa fra i partner del progetto. Parallelamente saranno individuati bacini marittimi di sviluppo per la tecnologia energetica in questione. Ciò consentirà di definire anche le caratteristiche per un progetto di rete di connessione elettrica sottomarina che agevolerà enormemente gli scambi di energia fra i diversi Paesi.

Il raggiungimento degli obiettivi del progetto sarà possibile grazie allo studio delle risorse eoliche del bacino adriatico, per via numerica e per via sperimentale.

 

Il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lo scorso 12 dicembre, ha aperto i lavori della Conferenza Internazionale “Small municipalities towards an Adriatic SMART community”, promossa dal Servizio Mediterraneo della Regione Puglia (Lead Partner), evidenziando alla presenza, tra gli altri, del premier albanese Edi Rama e dall’assessore regionale Silvia Godelli, i risultati raggiunti finora attraverso le attività progettuali, ma anche le future strategie nazionali ed europee per lo sviluppo delle comunità sostenibili adriatiche.

Sono state poste quindi tutte le premesse indispensabili per  la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding fra i Ministeri dell’Energia degli otto paesi partecipanti, che impegni i governi a promuovere modelli energetico-ambientali sostenibili nelle piccole comunità, attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

La vera sfida è capitalizzare le risorse di questi progetti affinché producano risultati utili percepibili “dal basso”, ovvero che abbiano una chiara ricaduta in termini di benessere socio-economico. Lungi dall’apparire come framework top-down, queste strutture di progetto consentono una piena adesione delle comunità produttive, intellettuali e di ricerca ai processi di sviluppo delineati.

Nel riferito incontro del 12 dicembre, infatti, si sono perfettamente inseriti gli interventi da parte dei rappresentanti del Distretto Produttivo pugliese delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica  “La nuova energia” e del Distretto Produttivo dell’ambiente e del Riutilizzo – DIPAR , ma anche dei sindaci delle città coinvolte.

 

I primi hanno invocato, in particolare, la necessità di rivestire un ruolo attivo nel processo di riedizione del Piano Energetico Ambientale Regionale, per esercitare un peso specifico maggiore in termini di know-how e di proposta di nuovi modelli di sviluppo che raccolgano un significativo numero di produttori attorno a filiere inscritte in bacini sempre più coesi e sempre più a km 0 nell’incontro tra domanda ed offerta energetica.

Si segnala inoltre un sintetico ma illuminante intervento del prof. Nicola Conenna, Presidente dell’H2U, l’Università dell’Idrogeno di Monopoli, che ha spiegato come i paesi meno attrezzati sotto il profilo infrastrutturale possano, per inverso, cogliere le migliori opportunità in termini di riorganizzazione funzionale del servizio energetico.

D’altronde già nel 2010 fu siglato un Protocollo d’Intesa tra Regione Puglia e Fondazione H2U, per la sperimentazione e la realizzazione in Puglia di progetti legati all’utilizzo di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. Il protocollo, della durata di tre anni, ha previsto la realizzazione, da parte della fondazione H2U, di un Master Plan dell’economia dell’idrogeno in Puglia e l’organizzazione annuale di una conferenza internazionale euro mediterranea sulla mobilità a idrogeno e più in generale sull’economia dell’idrogeno. La sperimentazione è finalizzata alla costruzione e messa in esercizio della rete pugliese di distributori ad idrogeno e miscela metano-idrogeno, a partire dalle aree ad elevato rischio di crisi industriale, come Brindisi e Taranto, e dall’area metropolitana del capoluogo regionale.

Bari, oramai lanciata smart city, a regime avrà cinquanta i punti di ricarica installati nel centro murattiano, il primo dei quali inaugurato a gennaio 2013, nonché nei pressi dell’aeroporto, del porto e in altre zone strategiche.

Insomma la Puglia inizia oramai a recitare un ruolo attivo del nuovo percorso di transizione energetica verso i nuovi modelli di sviluppo sostenibile alla scala delle comunità e dello “smart citizen”.

  di Ing. Francesco Corvace – Servizio Ecologia Regione Puglia Twitter_256x256