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Via libera al Ponte sullo Stretto: il Cdm approva il decreto

Ponte sullo Stretto

Salvini: “Un’opera fortemente green”. Ma i dubbi sono molti

(Rinnovabili.it) – Il Consiglio dei Ministri ha dato il suo via libera al testo del Decreto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina riaprendo così una pagina di storia accantonata da oltre 10 anni. Ad occuparsi della costruzione di una delle opere di ingegneria più ambiziose al mondo sarà la rinata Società Stretto di Messina che avrà però una nuova governance. Alla società avranno una solida partecipazione Mef, Mit, Rete ferroviaria italiana (Rfi), Anas Sicilia e Calabria.

Il testo del Decreto Ponte non è ancora disponibile, causa ultimi necessari approfondimenti, ma si parla del 31 luglio 2024 quale start dell’opera.

Il ponte a campata unica più lungo al mondo

L’opera ingegneristica del Ponte sullo Stretto di Messina recupera il progetto del 2011 adeguandolo alle nuove norme tecniche di sicurezza e ambientali. Quello che dovrà essere bollinato è ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri) con piloni da 400 metri, ma posizionato lontano da Messina e da Reggio Calabria, dovendo costruirlo nel punto meno distante tra l’isola e la terraferma.

In termini di costi si stima che le cifre ruoteranno tra i 4 e i 7,1 mld di euro.

Per Salvini sarà un’opera “fortemente green”

A dare l’annuncio dell’approvazione del Decreto Ponte è lo stesso ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini che definisce l’opera “fortemente green”. “Giornata storica. L’opera più green del mondo con 140mila ton di CO2 non più immesse nell’aria, lavoro vero per decine di migliaia di persone per tanti anni”. “Un’opera assolutamente sicura che verrà certificata dai più grandi ingegneri e dalle migliori università italiane ed internazionali”, commenta Salvini dopo l’approvazione in CdM.

Un’opera insomma che dovrebbe essere vista con ammirazione dal resto del mondo oltre che considerata quale vera e propria attrazione turistica. Ma è tutto così semplice?

I dubbi degli ambientalisti, le criticità sismiche e la biodiversità

Veniamo però alle reali implicazioni che il Ponte sullo Stretto avrà in termini ambientali e di sicurezza. Calabria meridionale e Sicilia Orientale rientrano nelle Zone sismiche 1, ovvero quelle con maggiore pericolosità. Basti pensare che i terremoti più devastanti che ha subito il nostro Paese si sono verificati proprio qui. Se la sicurezza sismica non basta, rispolveriamo il “Contro-Dossier” prodotto da Legambiente, WWF e Kyoto Club nel non troppo lontano giugno 2021 quando si era tornati a parlare del Ponte sullo Stretto.

Tra le possibili conseguenze che potrebbe avere l’opera. C’è il non indifferente impatto ambientale sulla biodioversità. L’area dello Stretto è cosparsa si zone di Protezione Speciale e Zone Speciali di Conservazione oltre ad essere il corridoio di passaggio per le migrazioni degli uccelli provenienti dall’Africa oltre che di transito per i Cetacei. “Nello Stretto di Messina, importantissimo luogo di transito per l’avifauna e per i mammiferi marini, si concentra una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo e non è un caso che nel 2005 che la Commissione Europea era pronta ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione della Direttiva Comunitaria Uccelli proprio in relazione al progetto del ponte ad unica campata”, si legge nel Contro-Dossier.

Anche se volessimo accantonare i rischi sismici, i problemi prodotti alla biodiversità, l’inadeguatezza della rete viaria della Sicilia, la mancanza di finanziamenti e la possibile opposizione Europea, resterebbe il solito dubbio che accompagna le opere infrastrutturali pubbliche del Bel Paese: si sa quando inizierà, ma la fine dei lavori potrebbe non avvenire mai.

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