Governo e Regioni hanno firmato un protocollo d’intesa che dà avvio alla progettazione e realizzazione della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche Italiane
(Rinnovabili.it) – Non chiamatela semplicemente pista ciclabile: VENTO è molto di più. E’ la futura arteria della mobilità leggera che unirà Venezia a Torino (da cui il nome VEN-TO) costeggiando il Po, un tracciato lungo ben 769 km in grado di fare da raccordo alle molteplici risorse culturali, turistiche, naturalistiche e enogastronomiche dei luoghi che attraversa. Presentato alcuni anni fa dal DAStU del Politecnico di Milano, il progetto ha ricevuto il suo riconoscimento ufficiale con Ddl Stabilità 2016 che ha triplicato i fondi da destinare alle ciclovie turistiche italiane, tra cui per l’appunto VENTO.
E oggi, Governo e Regioni hanno firmato a Roma un protocollo d’intesa che per la prima volta dà concreto avvio alla progettazione e realizzazione della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche Italiane, di cui dorsale cicloturistica ideata dal Polimi fa parte. “Si tratta di un’infrastruttura leggera, ma non meno densa di contenuti tecnici e tecnologici – spiega il Politecnico in una nota stampa. – Un’infrastruttura che impegnerà ingegneri, architetti, designer e urbanisti in quanto da oggi inizierà la prima fase di progettazione preliminare”.
VENTO è stato sostenuto in tutti questi anni dal territorio del Po, dalle sue aziende, comuni, istituzioni, associazioni, fondazioni, amministrazioni pubbliche.
A regime sarà il primo e più grande progetto di infrastruttura cicloturistica in Italia e una volta realizzato sarà in grado di supportare flussi di 3-500.000 passaggi di cicloturisti all’anno generando indotti per oltre 100 milioni annui e migliaia di nuovi posti di lavoro. Il tutto a un costo di investimento pari a poco più di 100 milioni, ovvero l’equivalente di tre chilometri di autostrada. “Il Politecnico di Milano è fiero di contribuire a questo importante investimento pubblico e manifesta il suo apprezzamento al Governo e alle Amministrazioni Regionali che rendono possibile la realizzazione di un’infrastruttura che genererà nuove economie verdi e valorizzerà uno dei paesaggi italiani più belli e ricchi di valore storico”.