La maggior parte degli investimenti è destinato al mercato cinese dei veicoli elettrici
(Rinnovabili.it) – Il 2018 sarà l’anno del boom dei veicoli elettrici? Quasi sicuramente no. Attualmente meno dell’1% dei 90 milioni di auto vendute ogni anno è dotato di propulsione elettrica. Nonostante il calo dei costi e il progressivo sviluppo infrastrutturale, è da escludere che il mercato possa fare un significativo balzo quantitativo nei prossimi 11 mesi.
In compenso il 2018 sarà ricordato come il momento in cui l’automotive mondiale ha cambiato il passo. Dai primi reboanti annunci fatti a settembre durante il salone dell’automobile di Francoforte a quelli del NAIAS di Detroit solo 4 mesi dopo, asticella dell’ambizione elettrica non si è abbassata neppure di un millimetro. Al contrario, la maggior parte dei produttori ha rilanciato presentando strategie societarie ancora più ambiziose. Un esempio su tutti: la Ford, che dopo il cambio di guardia – Jim Hackett ha sostituito Mark Fields alla guida dell’ovale blu – ha annunciato il trasferimento di cospicui investimenti di capitale dalle berline tradizionali e dai motori a combustione ai camion e alle auto elettriche.
Ford non è che l’ultimo nome di una lunga lista. La Reuters ha calcolato che le principali case automobilistiche a livello mondiale hanno pianificato investimenti nei veicoli elettrici e nella tecnologia delle batterie per oltre 90 miliardi di dollari. la cifra include almeno 19 miliardi di dollari proveniente dai produttori USA, 21 miliardi da quelli cinesi e addirittura 52 dai tedeschi. Ma occorre fare una precisazione: la maggior parte di risorse è destinate esclusivamente al mercato della Repubblica Popolare (leggi anche La Cina spinge in alto le vendite di auto elettriche).
Il più grande singolo investimento proviene da Volkswagen che, in cerca di redenzione dopo lo scandalo del dieselgate, prevede di spendere ben 40 miliardi entro il 2030 per realizzare le versioni elettrificate dei suoi oltre 300 modelli.
Tutti i big dell’automotive sono pronti a fare concorrenza alla Tesla, oggi il più importante produttore di veicoli elettrici (nonostante l’e-car più venduta al mondo sia la Nissan Leaf). Si tiene leggermente più distante la Toyota che preferisce puntare sulle ibride, meno costose per gli utenti e meno problematiche dal punto di vista dei rifornimenti. Il settore oggi rappresenta il 3% del mercato globale dell’auto, quota che ha richiesto ben 18 anni. E per il CEO di Toyota North America, Jim Lentz, è improbabile che le ‘full electric’ impieghino meno tempo per raggiungere una percentuale simile.
Un elemento confermato, indirettamente, anche dall’Associazione nazionale francese per lo sviluppo della mobilità elettrica (Avere). L’ente ha pubblicato i dati sulle auto elettriche circolanti in Europa, rivelando progressi, seppur continui, molto lenti: a fine 2017 il Vecchio Continente è arrivato a mezzo milione, grazie a circa 150.000 nuove immatricolazioni annuali. La nazione con il numero maggiore di immatricolazioni “elettriche” nel 2017 è ovviamente la Norvegia con ben 33.791 unità, ossia il 17,2% delle vendite complessive nell’anno (leggi anche La Norvegia vende più auto elettriche e ibride che tradizionali). Seguono Francia (30.921, 1,2%), Germania (28.493, 0,8%) e Gran Bretagna (14.681, 0,5%).