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Consiglio Ue, chi rifiuta lo stop alle nuove auto endotermiche nel 2035?

Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia sarebbero pronte a chiedere il rinvio di 5 anni per la messa al bando dei motori endotermici. Lo rivela una bozza di documento circolata in seno al in seno al COREPER

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T&E: “Scandalosa iniziativa unilaterale che sconfessa le posizioni assunte dal governo italiano”

(Rinnovabili.it) – Lo stop alle nuove auto endotermiche immesse sul mercato comunitario dal 2035 non sembra riuscire a trovare il pieno consenso. La proposta normativa, elaborata dalla Commissione europea all’interno del pacchetto Fit for 55, potrebbe presto trovarsi davanti ad un muro: quello alzato da alcuni Stati membri in sede di Consiglio dell’UE. Lo rende noto oggi Transport & Environment commentando una bozza riservata circolata in seno al COREPER, il principale organo preparatorio del Consiglio. Il documento contiene una proposta di rinvio al 2040 dello stop ai nuovi motori endotermici. I firmatari? Bulgaria, Portogallo, Romania, Slovacchia e… Italia.

Stop auto endotermiche: qui lo dico, qui lo nego

Nel testo i cinque paesi sottolineano come il raggiungimento della mobilità a zero emissioni implichi il superamento di alcune barriere. E che “per affrontare tali ostacoli in modo equilibrato, è necessario stabilire periodi di transizione adeguati e su misura, che non creino costi sproporzionati e inutili sia per l’industria automobilistica che per i consumatori, pur essendo pienamente coerenti con gli obiettivi climatici dell’UE”.

Un “periodo di transizione” che secondo i firmatari si dovrebbe tradurre in 5 anni in più per la messa al bando delle nuove auto endotermiche, rispetto alla deadline proposta dalla Commissione europea e già approvata dall’Europarlamento. Sia si tratta di veicoli passeggeri che di veicoli commerciali leggeri.

Secco il commento Transport & Environment. “Quella di oggi è un’iniziativa unilaterale che contrasta con la posizione ufficiale espressa nel dicembre 2021 dal CITE (Comitato Interministeriale alla Transizione Ecologica) e, giusto pochi giorni fa, dai partiti di maggioranza italiani al Parlamento europeo”, spiega Veronica Aneris, direttrice di T&E italia. “È tempo che Draghi sia chiaro: il governo che sta guidando è impegnato sul fronte delle questioni climatiche o no? Sarebbe uno scandalo per un governo nato all’insegna degli impegni in favore della transizione ecologica allearsi con Bulgaria e Romania sulle questioni climatiche”.