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Stellantis a Melfi produrrà 5 modelli di auto elettrica

I sindacati hanno ricevuto assicurazioni sui lavori propedeutici per l’avvio della produzione dei 4 modelli elettrici già in programma e del 5° annunciato pochi giorni fa dall’ad Tavares a margine dell’accordo stretto con il governo per il rilancio della produzione in Italia

Stellantis Melfi: il plant lucano produrrà anche un 5° modello elettrico
crediti: MIMIT

Lo stabilimento in Basilicata è stato quello con la performance peggiore nel 2022: -34%

(Rinnovabili.it) – Dopo l’intesa con il governo, Stellantis trova anche l’accordo con i sindacati per rilanciare la produzione auto in Italia. Con le elettriche in prima fila. Le 4 sigle sindacali dei metalmeccanici Fim, Uilm, Fismic e Uglm hanno annunciato un patto con Stellantis su Melfi per il futuro industriale dello stabilimento: “L’accordo prevede, in primis, la conferma della produzione delle quattro vetture elettriche più la quinta annunciata nei giorni scorsi dall’Ad Tavares”, scrivono in una nota congiunta.

1 milione di auto l’anno

Nei giorni scorsi l’ex gruppo Fiat si era mosso per trovare un’intesa col governo. Stellantis in Italia ha una capacità produttiva di circa 1,5 milioni di unità. Ma i numeri reali sono molto più bassi. Nel 2022 le auto uscite dalla catena di montaggio sono state 473mila. Dopo un incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il 10 luglio Carlos Tavares ha annunciato che l’obiettivo del gruppo è tornare a produrre 1 milione di auto l’anno in Italia. Entro fine mese dovrebbe essere messo a punto un programma più dettagliato su come raggiungere il target.

Sbloccare la situazione negli stabilimenti ex Fiat è un passaggio fondamentale per rilanciare l’automotive in Italia e non perdere posizioni nel passaggio all’elettrico. Per ora il comparto sta a galla soprattutto grazie all’export, ma il rischio è che ulteriori ritardi causino lo smantellamento di altri pezzi dell’industria nazionale.

Rivedere gli incentivi all’elettrico, chiede Stellantis

Già oggi c’è uno squilibrio notevole con l’altro paese dove Stellantis produce, la Francia: al di là delle Alpi le auto prodotte ogni anno sono 1,2 milioni, 3 volte i volumi italiani. Un accordo tra governo e Stellantis “è necessario, un accordo di transizione per aumentare la produzione di auto di modelli innovativi nel Paese e accompagnare l’indotto nella riconversione”, aveva affermato lo stesso Urso di recente.

L’accordo (i cui contenuti sono ancora riservati) tra Tavares e Urso non è incondizionato. Tra le richieste, l’azienda spiega che “il supporto delle vendite di auto elettriche pure deve essere considerato per sostenere l’attività dei nostri siti produttivi italiani”. Cioè, migliorare quegli incentivi alle auto elettriche che, al momento, lasciano l’Italia quasi fanalino di coda in Europa. Non da ultimo perché siamo gli unici a incentivare anche i veicoli diesel e benzina.

Cosa farà Stellantis a Melfi

Già in quella sede, Stellantis aveva annunciato l’intenzione di aggiungere un quinto modello ai quattro, elettrici, già in programma per lo stabilimento lucano. Si tratta “di modelli premium di alto valore per marchi stranieri, più uno italiano, sulla nuovissima piattaforma Stla-M, presentata la scorsa settimana”. La Stla-M è la nuova piattaforma per auto elettriche di Stellantis, che assicura 700 km di autonomia, ricarica 20-80 in 27 minuti, e un’efficienza ai vertici della categoria.

L’accordo con i sindacati serve anche per fare chiarezza su tempistiche di produzione e momenti di verifica dell’andamento del piano, dai quali dipendono le prossime decisioni che riguardano posti di lavoro e, a cascata, influenzeranno l’indotto.

Durante l’incontro con Stellantis a Melfi, le 4 sigle sindacali (la Fiom si è sfilata dal’intesa ritenendola priva delle garanzie sufficienti) hanno ricevuto assicurazioni “sull’inizio del cronoprogramma dei lavori propedeutici alla produzione delle future vetture elettriche che già partiranno ad agosto 2023 e avranno una prima verifica già a settembre 2023 e l’ulteriore step a giugno 2024 sugli andamenti positivi delle future produzioni”. Una boccata d’aria per lo stabilimento con la peggiore performance nel 2022 tra quelli italiani: -34% di output rispetto al 2019.