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General Motors: in produzione solo auto elettriche entro il 2030

Cambio di passo per l’industria ‘storica’ statunitense che punta tutto sul green, con l’auspicio di diventare a emissioni ‘zero’ per il 2040. Si fermerà la produzione di auto e camion diesel e a benzina entro il 2035. “E' importante accelerare verso un futuro in cui tutte le auto che vendiamo sono a emissioni zero. Riteniamo di poter incoraggiare altri a seguirci e avere così un impatto sull’industria e sull’economia”

General Motors
Foto di Baglieto – Own work, CC BY-SA 4.0,

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Cambio di passo per un pezzo dell’industria ‘storica’ statunitense. La General Motors punta tutto sul green. E annuncia che produrrà soltanto auto elettriche entro il 2035. Con l’auspicio di diventare a emissioni ‘zero’ per il 2040. E sulle auto elettriche ci scommette anche Stellantis, il nuovo gruppo nato dalla fusione tra Psa e Fca, che per i prossimi anni ha in conto di portare avanti importanti investimenti sul green e sull’elettrico. 

“E’ importante accelerare – osserva l’amministratore delegato Mary Barra – verso un futuro in cui tutte le auto che vendiamo sono a emissioni zero. Riteniamo di poter incoraggiare altri a seguirci e avere così un impatto sull’industria e sull’economia”. Il colosso di Detroit intende infatti mettere fine alla produzione di auto e camion diesel e a benzina entro il 2035, fermando anche la produzione di Suv e pickup, e rendendo tutta la sua nuova flotta di veicoli a trazione elettrica. Inoltre c’è l’ambizione di diventare una società a emissioni zero entro il 2040.

Un annuncio che porta in alto le ali in Borsa a General Motors: i titoli a Wall street arrivano a guadagnare fino al 7%.

In base alle stime di LMC Automotive i mezzi elettrici saranno soltanto il 20% delle vendite globali nel 2032, mentre RBC Capital prevede che arrivino al 43% nel 2035. Il pezzo di mercato dedicato alle auto elettriche è attualmente dominato da Tesla che nel 2020 ha portato le sue vendite al 36% a 499.550 unità chiudendo per la prima volta in 18 anni un anno in utile. Elon Musk ha infatti messo a bilancio il 2020 con un utile di 720 milioni di dollari su ricavi per 31,5 miliardi.

Allo stato attuale i mezzi elettrici rappresentano una piccola fetta dell’industria automobilistica globale; ferma al momento al 5% delle vendite. Tra i motivi ci sono i costi di produzione per le case automobilistiche e di conseguenza quelli che ricadono sui consumatori. Ma secondo gli analisti le vetture elettriche sono il futuro per l’industria delle auto, soprattutto guardando alla sempre maggiore consapevolezza e alla diffusa sensibilità sull’emergenza climatica; senza contare l’evoluzione normativa che spinge sempre più verso misure stringenti legate alle emissioni.

E anche la tecnologia dell’idrogeno suscita interesse per General Motors. Tanto che il produttore Navistar ha concordato con l’azienda di Detroit e OneH2 di creare un ecosistema completo per i suoi camion a idrogeno; l’intesa prevede che General Motors contribuirà con la sua tecnologia per le celle a combustibile Hydrotec, mentre One H2 sarà responsabile della produzione e del rifornimento di idrogeno.

Tanto del Piano ‘verde’ di General Motors, probabilmente, va letto anche alla luce della ‘rivoluzione’ che il nuovo presidente degli Usa Joe Biden ha già messo in moto nonostante i pochi giorni dall’insediamento, rientrando nell’Accordo di Parigi e pensando a politiche ad hoc per la crescita di lavori legati alla riconversione ecologica. La marcia di General Motors è in piena transizione, nel corso della quale – viene spiegato – sarà mantenuta la redditività con circa 27 miliardi di dollari di investimenti ‘sostenibili’ nei prossimi cinque anni per sostenere l’orizzonte indicato. Per una delle grandi industrie degli States, come General Motors, l’obiettivo fissato dipende da un lato dagli incentivi pubblici e dall’altro da misure di aiuto ai consumatori per l’acquisto.

Una ricetta di questo tipo – dice General Motors – può “facilitare a superare l’ostacolo iniziale del costo e anche i timori sulle infrastrutture per la ricarica”.