Un rapporto dei revisori dei conti europei bacchetta Bruxelles e i Ventisette: nonostante i regolamenti più stringenti, c’è ancora una differenza notevole tra le emissioni che i produttori dichiarano in fase di test e quelle emesse realmente su strada
Allarme rosso della Corte dei conti sulle emissioni auto UE
(Rinnovabili.it) – Per tagliare in fretta le emissioni auto UE non basterà puntare sulla mobilità elettrica. C’è un elefante nella stanza: i veicoli diesel e benzina inquinano ancora come 12 anni fa. Il problema? La differenza tra come vengono contati i gas di scarico durante i test in laboratorio e le emissioni reali che i veicoli emettono su strada. Un gap che esiste ancora soprattutto per le pressioni dell’industria automobilistica.
Lo afferma la Corte dei conti UE in un rapporto pubblicato ieri in cui punta il dito sulla scarsa efficacia dei nuovi regolamenti sulle emissioni auto UE. “Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dell’UE per le nuove autovetture non saranno realizzabili finché mancheranno importanti prerequisiti”, notano i revisori dei conti.
Cosa non torna nel conto delle emissioni auto UE
Dal 2010 a oggi le emissioni reali delle auto endotermiche – che rappresentano ancora circa il 75% delle nuove immatricolazioni – non sono calate. Per i diesel la curva è piatta, mentre per i veicoli a benzina si registra un calo marginale del 4,6%. Perché?
Nel 2010 i regolamenti UE avevano lasciato uno spiraglio, subito sfruttato dall’industria, per far valere le emissioni in fase di test in luogo di quelle reali. E il gap tra le due, dice la Corte dei conti UE, era “enorme”. Poi c’è stato il terremoto Dieselgate e Bruxelles ha provato a mettere la toppa. Dal 2017 sono cambiati i parametri per le misurazioni in laboratorio e qualcosa è cambiato. Ma il gap resta.
Tanto più che altri fattori che potrebbero aiutare ad abbattere le emissioni auto UE, in realtà, non stanno dando risultati. Su tutti i progressi tecnologici che hanno migliorato l’efficienza del powertrain, in media del 10%: le riduzioni potenziali di emissioni vengono completamente azzerate dall’aumento della massa dei veicoli e della potenza dei motori, incrementate rispettivamente del 10 e del 25% in media.
Ancora peggiore il quadro per le auto ibride plug-in. La Corte dei conti sottolinea che questa tipologia di veicoli viene ancora trattata come a basse emissioni, mentre è proprio quella dove è maggiore la distanza tra emissioni in fase di test e emissioni reali su strada. Con le nuove regole UE anche questo gap sarà ridotto o azzerato. Ma solo a partire dal 2025.
“I valori-obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per le autovetture nuove e le ambizioni climatiche dell’UE fino al 2030 non sono allineati sufficientemente bene”, conclude la Corte dei conti UE. “La difficoltà principale”, continua, “consisterà nell’assicurare una diffusione sufficiente di veicoli a zero emissioni. In particolare, sarà importante affrontare il problema dell’accessibilità economica dei veicoli elettrici, rendere disponibile un numero sufficiente di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e garantire l’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione di batterie”.