Le organizzazioni ACEA e BEUC, assieme all'associazione ambientalista T&E, hanno scritto ai commissari europei per chiedere una maggiore 'ambizione elettrica' nella revisione della direttiva sull'infrastruttura per i combustibili alternativi
Un nuovo piano per le colonnine di ricarica in Europa
(Rinnovabili.it) – La Commissione europea sta aggiornando la direttiva Alternative Fuels Infrastructure, provvedimento del 2014 che stabilisce un quadro comune di misure per le infrastrutture dei combustibili alternativi nell’Unione. Quale momento migliore, dunque, per dare una sferzata alla mobilità elettrica? Ne sono fermamente convinte tre associazione europee, rappresentanti gli interessi di consumatori, ambientalisti e produttori automobilistici. In una lettera congiunta T&E, ACEA e BEUC chiedono oggi ai commissari UE di introdurre nuovi obiettivi di ricarica elettrica nella revisione normativa in corso. Nel dettaglio le tre realtà propongono che il Blocco punti ad installare 1 milione di colonnine di ricarica pubbliche entro il 2024; raggiungendo i 3 milioni di punti nel 2029, più altre 1.000 stazioni di rifornimento idrogeno. Ciò richiederà, ovviamente, anche un lavoro di armonizzazione per il comparto, dagli standard di rifornimento ai metodi di pagamento, passando per la trasparenza delle tariffe e la manutenzione.
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Secondo le associazioni, la Commissione dovrebbe assegnare a ciascun Stato membro dei target nazionali per la diffusione delle colonnine di ricarica, suddividendoli in quelli dedicati alle auto e quelli ai veicoli pesanti. Fari puntati anche sull’implementazione della ricarica rapida e ultraveloce nelle aree urbane per soddisfare le esigenze dei mezzi elettrici più utilizzati (taxi, servizi di ride-hailing, veicoli elettrici condivisi, veicoli per le consegne). Ciò dovrebbe essere garantito – si legge nella lettera – da parametri adeguati, inclusi quelli sulla densità della popolazione.
Parola d’ordine? Accelerare la transizione
Obiettivi ambiziosi ma necessari ad assicurare che la l’infrastruttura dell’e-mobility mantenga il passo con le vendite di veicoli elettrici. Non solo. La proposta, secondo le tre firmatarie della missiva, aiuterebbe a creare un milione di posti di lavoro in tutto il continente. “Se prendiamo sul serio il riscaldamento globale, dobbiamo passare all’elettricità velocemente”, ha dichiarato William Todts, direttore esecutivo di T&E. “Per accelerare la transizione abbiamo bisogno di una ricarica facile e onnipresente non solo in Norvegia e nei Paesi Bassi, ma in tutta Europa. Gli obiettivi di ricarica dei veicoli elettrici per paese sono un ottimo modo per farlo accadere e la Commissione dovrebbe smetterla di trascinarsi su questo aspetto”.
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Gli fa eco Monique Goyens, direttrice generale di BEUC, l’Organizzazione europea dei consumatori “Ricaricare un’auto elettrica deve essere facile come lo è alimentare una a benzina. Avere colonnine di ricarica sufficienti e convenienti è l’autostrada verso la fiducia dei consumatori […] I responsabili politici dovrebbero quindi affrontare problemi pratici, come mostrare le tariffe di addebito nel prezzo per chilowattora e facilitare i pagamenti”.
“Le case automobilistiche europee stanno guidando la transizione verso la mobilità elettrica e si stanno letteralmente superando a vicenda nel lancio di nuovi modelli”, ha commentato Oliver Zipse, presidente di ACEA e CEO di BMW. “Ma il successo di questo enorme sforzo è seriamente minacciato dal ritardo nell’installazione dell’infrastruttura di ricarica nell’UE. La Commissione europea deve agire rapidamente e fissare obiettivi vincolanti per il potenziamento delle infrastrutture di ricarica negli Stati membri. In caso contrario, anche gli attuali target di riduzione (delle emissioni) nella lotta al cambiamento climatico sono a rischio. Oltre all’infrastruttura di ricarica pubblica, dobbiamo anche concentrarci maggiormente sulla ricarica domestica e sul posto di lavoro”.