Dall'auto elettrica "filtrante" creata dagli studenti della Eindhoven University of Technology, agli speciali vagoni ferroviari della startup statunitense CO2 Rail Company. Ecco come i trasporti a terra poterebbero divenire attori attivi della decarbonizzazione
Due proposte per trasformare i trasporti in armi contro il cambiamento climatico
(Rinnovabili.it) – E se riuscissimo non solo a decarbonizzare il settore dei trasporti ma anche a renderlo strumento attivo nella riduzione delle emissioni climalteranti? Un’idea non del tutto peregrina se si guarda alle ultime innovazioni del comparto. In questi giorni sono stati presentati infatti due differenti progetti in grado di aprire le porte verso un futuro di auto e treni cattura CO2.
Auto cattura CO2
La prima proposta arriva da un gruppo di studenti della Eindhoven University of Technology, sviluppatori di una quattro ruote elettrica capace di sequestrare anidride carbonica dall’aria durante la guida. Il prototipo, battezzato con il nome ZEM, monta uno speciale filtro (oggi in fase di brevetto) che riesce a catturare fino a 2 kg di CO₂ in 20.000 chilometri di percorrenza. Con l’unica precauzione di “pulirlo” una volta saturo, ossia dopo ogni 320 chilometri. “Si tratta ancora di un proof-of-concept, ma sappiamo già di poter aumentare la capacità del filtro nei prossimi anni”, spiega il team manager Louise de Laat.
Ma ZEM brilla anche per altre caratteristiche green. L’auto cattura CO2 è dotata, infatti, di frenata rigenerativa e di celle fotovoltaiche incorporate sulle sue superfici superiori per estenderne l’autonomia. Il team ha aggiunto la ricarica bidirezionale e specchietti digitali per ridurre la resistenza aerodinamica. Non solo. Gli studenti hanno creato monoscocca e pannelli della carrozzeria utilizzando tecniche di produzione additiva per ridurre lo spreco di materiale e produrre “il minor numero possibile di emissioni di CO2″ in fase di produzione.
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Treni cattura CO2
Non è da meno il concept dei treni cattura CO2 realizzato dalla startup statunitense CO2 Rail Company. La società ha collaborato con un team di ricercatori, tra cui alcuni ingegneri dell’Università di Sheffield, per integrare la tecnologia Direct Air Capture (DAC) direttamente nei vagoni ferroviari.
L’idea è dotare i mezzi di grandi prese d’aria, sfruttando la scia del treno in movimento per convogliarla in una camera cilindrica di raccolta. In questo modo sarebbe possibile fare a meno dei sistemi di ventilazione ad alta intensità energetica necessari con le operazioni DAC stazionarie. Nella camera un processo chimico separerebbe l’anidride carbonica dall’aria, immagazzinandola all’interno di un serbatoio da svuotare in un secondo momento. Ad aiutare energeticamente il sistema, i dispositivi di frenata rigenerativa installati a bordo del convoglio ferroviario.
Il team – che comprende anche ricercatori dell’Università di Toronto, del MIT e di Princeton – ha scoperto che ogni carezza Direct Air Capture può raccogliere circa 6.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno. “La tecnologia – spiega il professor Peter Styring, coautore della ricerca – raccoglierà quantità significative di CO2 a costi molto inferiori. E ha il potenziale per raggiungere una produttività annuale di 0,45 gigatonnellate entro il 2030, 2,9 gigatonnellate entro il 2050 e 7,8 gigatonnellate entro il 2075 con ciascuna vettura”.