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Usa: quando lobby e politici supportano i biofuel

(Rinnovabili.it) – Due aziende coinvolte nell’imponente piano del Pentagono per l’adozione dei biocarburanti stanno utilizzando delle strategie particolari per rafforzare e diffondere l’opinione che la popolazione ha di loro nella città di Washington, servendosi anche di campagne elettorali aggressive e di esponenti delle maggiori lobby di settore.

La Solazyme Inc., subappaltatore con un contratto di 12 milioni di dollari con la Marina per alzare il proprio profilo ha deciso di assumere in qualità di consulenti ex funzionari dell’amministrazione Clinton. Sempre la Solazyme, in collaborazione con Gevo Inc, una società del Colorado che ha vinto un piccolo contratto per la fornitura di biofuel con l’Air Force sta sfruttando un budget da 510 milioni di dollari per tagliare i consumi e le importazioni di carburanti fossili e sostituirli con biocarburanti. Da questa scelta è nata poi la polemica sugli alti costi per gallone dei carburanti alternativi .

La Marina sta pagando attualmente circa 26 dollari il gallone per i carburanti green che stanno alimentando il progetto sperimentale “Flotta Verde”, il cui principale contraente è la Dynamic Fuels, una compagnia della Louisiana che grazie ad altre collaborazioni partecipa alla produzione di biofuel dalle alghe e dai grassi animali. Acquistando dalla Gevo, invece, l’Air Force sta pagando il suo cisbutanolo derivato dalla conversione dello zucchero 59 dollari il gallone, da qui la necessità per il Pentagono di trovare strategie alternative che garantiscano il volume sufficiente di biofuel a prezzi vantaggiosi.

Dalla collaborazione tra le aziende, che stanno cercando di ottenere rendimento da un settore emergente quale è quello dei biocarburanti, con gli investitori e i lavoratori che stanno invece ipotizzando uno sfondo politico vantaggioso si sta cercando di diffondere l’idea che abbandonare gradualmente i combustibili fossili è possibile oltre che vantaggioso.

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