(Rinnovabili.it) – La Guardia Costiera statunitense, in collaborazione con l‘Oak Ridge National Laboratory del Dipartimento dell’Energia (DOE), sta portando avanti un progetto triennale con l‘obiettivo di verificare il potenziale del butanolo come carburante per alimentare le piccole imbarcazioni.
Durante il periodo di prova, che terminerà a metà 2014, verrà testato un carburante addizionato con butanolo al 16,1% per piccoli fuoribordo da 225 e 300 HP (cavalli di potenza). I risultati dei test saranno utili per capire se il nuovo biocarburante potrà essere impiegato anche per imbarcazioni civili, come ha dichiarato Rich Hansen del Centro di Ricerca e Sviluppo della Guardia Costiera (USCG).
Attualmente l’USCG utilizza la benzina normalmente disponibile in commercio, che contiene il 10% di etanolo e, secondo quanto affermato da Hansen, il biobutanolo è stato selezionato per le sue caratteristiche di efficenza e di reperibilità in ascesa sul mercato.
Il biobutanolo offre anche l’occasione alla USCG di ridurre la propria impronta di carbonio, che costituisce una priorità delle forze armate statunitensi. “L’USCG vorrebbe posizionarsi in prima linea nel settore dei carburanti alternativi che potrebbero presto diventare disponibili in commercio e contribuire a soddisfare obiettivi di riduzione della propria impronta di carbonio nel rispetto di quanto contenuto nell’Energy and Security Act del 2007”, ha detto Hansen.
Nonostante l’etanolo prodotto dal mais, l’etanolo cellulosico, il biodiesel e il biobutanolo soddisfino i requisiti di riduzione delle emissioni non possono essere miscelati in percentuali superiori al 10% se destinati ad alimentare i motori marini. I test condotti negli anni scorsi dal National Marine Manufacturers Association e dall’American Boat and Yacht Council hanno notato buone potenzialità future per il carburate, che al momento non è di facile reperibilità ma che si sta affermando conquistando una fetta sempre maggiore di mercato.