(Rinnovabili.it) – La Commissione Ambiente del Parlamento europeo sta per votare il nuovo tetto ai biocarburanti nel Vecchio continente. Ecco perché circa 200 organizzazioni da Asia, Africa e America Latina hanno scritto ai parlamentari europei esprimendo la loro preoccupazione per «l’impatto devastante» che la domanda europea sta avendo sulle loro foreste, con relativo contributo all’aumento delle emissioni.
La Renewable Energy Directive del 2009 prevede che il 10 per cento dell’energia utilizzata nel settore dei trasporti in Ue deve provenire da fonti di rinnovabili. Un obiettivo che potrebbe essere soddisfatto quasi interamente per mezzo dei biofuel.
La maggior parte di questi carburanti sono realizzati da colture alimentari come mais, colza, soia e olio di palma provenienti dai Paesi in via di sviluppo. Gli attivisti dicono che tutto ciò ha un risvolto profondamente negativo: la terra è sempre più sfruttata per le colture energetiche piuttosto che per produrre cibo. Le conseguenze sono gravemente impattanti, perché ne deriva un aumento del prezzo dei generi alimentari, viene incentivato il land grabbing e la deforestazione selvaggia. Di conseguenza aumentano le emissioni di carbonio. Alcuni studi suggeriscono che sostituire le colture intensive destinate ai biofuel alle foreste pluviali è una pratica in grado di scatenare tante emissioni che l’impatto ambientale può essere di gran lunga peggiore rispetto ai combustibili fossili che dovrebbero sostituire.
I firmatari della lettera affermano che i criteri di sostenibilità dei biocarburanti stabiliti dalle politiche dell’Unione sono «incapaci di fermare questi impatti», e chiedono di vietare i combustibili da olio di palma. Essi sono tra i principali responsabili del disboscamento di foreste naturali e torbiere, e sono prodotti da aziende spesso coinvolte in violazioni dei diritti umani, che hanno sottratto la terra alle comunità indigene.
I ministri dell’energia dell’Ue, lo scorso anno, hanno deciso di sostenere un tetto del 7% all’uso dei biocarburanti, così da limitare l’impatto della domanda in Europa. In tal modo si potrebbe mantenere, al 2020, la soglia sotto l’8,6% previsto inizialmente. Ma non è abbastanza, se è vero che la Commissione nel 2012 proponeva un 5%.
Oggi, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo voterà sulla proposta, e la decisione potrebbe essere ratificata nella plenaria del Parlamento europeo entro poche settimane. Ma il voto rischia di lasciare tutti scontenti: gli sviluppatori sostengono che la misura serve a poco se intende separare i biocarburanti a basso rischio dai combustibili più climalteranti, e anche i gruppi verdi sono indignati, poiché spingono per un tetto al 5%.