Ferrovie della Calabria ha ordinato 3 unità FLIRT H2 lo scorso gennaio
(Rinnovabili.it) – Più di 2.800 chilometri senza mai fare rifornimento. È il nuovo record mondiale, certificato dal Guiness dei primati, per il treno a idrogeno FLIRT H2 della svizzera Stadler destinato al trasporto passeggeri. Lo stesso modello che presto arriverà in Italia: a gennaio Ferrovie della Calabria ne ha ordinati 3 nel quadro di un accordo che prevede l’acquisto di fino a 15 unità.
FLIRT H2 ha raggiunto il nuovo record tra il 20 e il 22 marzo scorsi in un circuito di prova a Pueblo, in Colorado. Il team di ingegneri di Stadler e gli osservatori del Guinness dei primati hanno guidato il treno a idrogeno ininterrottamente, su turni, per più di 46 ore usando un solo pieno di idrogeno.
“Questo record mondiale stabilisce la gamma di prestazioni ideale della nostra versione a idrogeno dell’unità multipla elettrica FLIRT più venduta, la FLIRT H2. Questo è un risultato monumentale da parte di tutto il nostro team e siamo molto orgogliosi di detenere un altro titolo record”, ha commentato Ansgar Brockmeyer di Stadler.
Un altro record che segue quello raggiunto nel dicembre 2021 dal modello a batteria FLIRT Akku, basato sulle unità multiple elettriche a batteria (BEMU). In modalità solo batteria, il veicolo aveva percorso 224 km su un circuito in Germania.
Treno a idrogeno: tra record e convenienza
Il FLIRT H2 ricalca in tutto il design – struttura in alluminio a un piano, in composizione da 2 a 4 vagoni – e il funzionamento del modello elettrico a batteria. Varia sostanzialmente solo la fonte dell’elettricità accumulata, dato che la propulsione elettrica è garantita da celle a combustibile a idrogeno come fonte di energia. L’elettricità generata dall’H2 viene impiegata anche per la climatizzazione a bordo. Il treno a idrogeno di Stadler è stato presentato per la prima volta al pubblico all’InnoTrans 2022 a Berlino e poi testato sia in Svizzera che in Colorado.
La linea FLIRT H2 è pensata per decarbonizzare il trasporto pendolare su rotaia nelle tratte parzialmente o non elettrificate, candidandosi a sostituire le motrici con propulsione diesel. Una soluzione su cui l’Italia ha deciso di puntare, almeno con delle sperimentazioni, attingendo ai fondi del PNRR per 300 milioni di euro e aggiungendone altri 42 da fonti diverse.
Circa 1/10 delle ferrovie italiane oggi è servito da treni diesel e circa il 28% della rete non è elettrificata (la percentuale dovrebbe scendere al 22% con investimenti già garantiti in questo ambito). Tuttavia, tra i costi di produzione dell’idrogeno e la scarsa efficienza del vettore (garantisce circa 1/3 dell’energia di partenza contro il 77% dei mezzi a batteria e il 95% dei mezzi collegati alla rete elettrica), avvertiva l’ong Transport & Environment, il passaggio all’idrogeno non è una scelta particolarmente competitiva o più sostenibile rispetto alle alternative disponibili.