Un rapporto di Wuppertal Institute e T3 Transportation
(Rinnovabili.it) – Non è un continente per ferrovie. Tra il 1995 e il 2018 l’Europa ha investito molto di più in strade e autostrade che in ferrovie. Anche se è il trasporto su rotaia quello con meno impatto sul clima: nel settore trasporti pesa solo per lo 0,6% delle emissioni contro il 72% dell’asfalto, mentre le emissioni medie per passeggero per km in Europa sono 33 contro 143 gCO2eq/km. La differenza è così marcata che ha portato a un aumento delle strisce d’asfalto di 30.000 km mentre le vie ferrate si sono accorciate di 15.000 km.
Chi disinveste e come nel trasporto su rotaia
Nei 23 anni presi in esame, i paesi UE più il Regno Unito, la Svizzera e la Norvegia hanno investito complessivamente 1.500 mld di euro per le strade ma solo 931 mld per le ferrovie. Una differenza di 570 mld, cioè il 60% circa in più a favore dell’asfalto. Numeri, quelli messi in fila dal Wuppertal Institute e T3 Transportation (il committente è Greenpeace), che fanno dire agli autori dello studio che l’Europa ha “sistematicamente” favorito strade e autostrade.
Ovviamente, non tutti i paesi si sono comportati nello stesso modo. L’aumento delle vie d’asfalto è più marcato in Irlanda, Romania e Polonia. Ma in 15 paesi sui 30 analizzati, la lunghezza delle autostrade in questo periodo di tempo è raddoppiata. In parallelo, le ferrovie sono decresciute del 6,5%, anche se circa metà delle tratte dismesse sarebbero facilmente ripristinabili.
Anche se i numeri descrivono un quadro molto chiaro, se si guardano solo gli ultimi quattro anni per cui esistono dati (2018-2021) la tendenza a investire più in strade che nel trasporto su rotaia sembra rallentare. Il rapporto investimenti strada/ferrovia passa infatti da 1,66 a 1,34. E per alcuni paesi il trend si inverte in modo netto. È il caso dell’Italia, che va messa nel gruppo dei più virtuosi. Nel quadriennio, il Belpaese ha investito “solo” 90 centesimi in strade per ogni euro speso per potenziare le vie ferrate. Ma è anche un paese dove sono state chiuse 40 tratte ferroviarie per una lunghezza stimata di oltre 1.800 km. Di cui quasi tutti (1.700 km), però, sarebbero rapidamente ripristinabili.